Il mito fasullo del nazionalismo
“In quest’ora d’immenso disinganno spetta a quanti ebrei in Italia hanno potere nella stampa, negli uffici, nelle cattedre, di farsi maestri di verità e di giustizia, ricordando che Mazzini non voleva il corpo, ma l’anima della nazione, cioè un’Italia grande, buona, morale, capace di adempiere una missione nel mondo”. Nel luglio del 1919, cent’anni fa, il maestro Guglielmo Lattes tuonava dalle pagine del Vessillo Israelitico contro il mito fasullo della “vittoria mutilata” (che prudentemente non citava) e intravedeva all’orizzonte i pericoli di un nazionalismo inteso male, violento e aggressivo, che imperversava per mezza Europa. Cent’anni fa.
Gadi Luzzatto Voghera, direttore Fondazione CDEC