Una morale della libertà
Mi capita sempre più spesso di riprendere in mano Albert Camus e tornare a rileggere alcune sue pagine scritte in tempi bui. La sfida, scrive Camus nel novembre 1944, sta nel darsi una morale della libertà e del coraggio. Si può non essere sorretti da alcuna fede, ma non per questo cedere all’apatia e all’indifferenza passiva e impegnandosi affinché «senza il soccorso dell’eterno o del pensiero razionalista, l’essere umano sia in grado di creare da sé solo i suoi valori». E poi aggiunge: «Lo dico perché oggi questa impresa ci travolge infinitamente e lo dico perché credo che l’Europa abbia oggi il dovere di creare una nuova civiltà. Diversamente il suo destino sarà perire» (Le pessimisme et le courage, in «Combat», 3 novembre 1944).
David Bidussa, storico sociale delle idee
(14 luglio 2019)