Consiglio UCEI, la richiesta dei rabbini
“Moishe House, serve un approfondimento”
Un vivace e prolungato confronto ha ieri animato la gran parte dei lavori del Consiglio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane svoltosi a Roma.
A suscitare reazioni animate e posizioni in contrasto la richiesta di finanziamento presentata nell’ambito della Commissione Educazione e Giovani dell’Unione da Sabrina Coen, Consigliera UCEI e rappresentante dell’ente presso lo European Council of Jewish Communities, che ha illustrato all’assise attività e finalità del progetto “Moishe House”. Nato all’interno del mondo conservative e rivolto a giovani adulti con l’obiettivo di favorire condivisione e aggregazione, il progetto (che ha già messo radici in diversi Paesi) si appresta ad arrivare anche in Italia.
Secondo la valutazione della presentatrice, è bene che l’UCEI partecipi a questo progetto affinché “la presenza italiana di una o più Moishe House non sia lasciata sviluppare da sola”, ma che al contrario con il sostegno dell’UCEI e delle Comunità si possano “fissare regole condivise di gestione e di collaborazione”.
Il percorso da attivare presentato ieri prevede che l’erogazione di contributi o altre forme di supporto “sia accompagnata da un’intesa tra le parti interessate, Moishe House, Unione, Comunità, non per limitarne l’autonomia, qualità ritenuta essenziale ai fini del progetto”, ma con l’obiettivo di dare vita a una collaborazione “affinché le attività siano declinate in Italia nel rispetto delle caratteristiche proprie dell’ebraismo italiano e delle norme che lo regolano”.
All’interno del confronto che si è sviluppato, alcuni Consiglieri e tutti e tre i rabbini presenti alla riunione (rav Alfonso Arbib, rav Giuseppe Momigliano, rav Roberto Della Rocca) sono intervenuti con diverse osservazioni, richiedendo ulteriori accertamenti per garantire non solo il rispetto formale dei precetti all’interno di tali strutture, ma anche sollevando il problema di un’impostazione di identità e valori che, secondo una loro valutazione, potrebbe essere diversa da quella propria dell’ebraismo ortodosso.
Tra gli altri rav Momigliano, che siede anche nella Giunta UCEI con l’incarico di assessore al culto, ha esplicitamente parlato della necessità di verificare la possibilità di sviluppare progetti condivisi tra i giovani, l’organizzazione Moshe House e le diverse Comunità locali. “Anche i miei colleghi hanno fatto discorsi di prospettiva e non certo solo rivendicazioni di osservanza” commenta il rav Momigliano a margine della riunione.
Diversi i tentativi di conciliazione e mediazione tra le diverse posizioni che sono stati tentati nel corso della riunione. Nessuno però ha ottenuto il via libera del Consiglio, avendo come effetto il rinvio di ogni ulteriore approfondimento.
(15 luglio 2019)