Le minacce di Teheran
Giorni addietro, l’Iran ha dichiarato che, se attaccato dagli USA, avrebbe provveduto alla morte atomica degli israeliani (ebrei, islamici e cristiani). Il gentile dichiarante è Mojtaba Zolnour, Presidente della Commissione parlamentare di sicurezza e di politica estera. Naturalmente, in Europa è “business as usual”: molti ebrei disquisiscono di immigrazione e altrettanti di memoria. L’attualità, cioè, la possibilità concreta di far fuori altri sei milioni di ebrei, non sembra scuotere nessuno o quasi, forse persuasi che gli iraniani siano soltanto dei burloni. Oppure, più semplicemente, non hanno letto bene il Kohelet, laddove ammonisce circa le insidie dello studio e della ricerca portati agli eccessi.
È una rimozione freudiana oppure è la consapevolezza che la minaccia non riguarda chi è in territorio italiano? Sennonché, questi buontemponi di iraniani hanno dimostrato di sapere quando e come uscire dalle loro frontiere e, soprattutto, cosa fare. Un altro sant’uomo, Saddam Hussein, non ci mise molto a cercar di gasare gli israeliani con gli Scud, in un caso speculare al nostro, che riguardava l’attacco degli USA e alleati per liberare il Kuwait.
Chi è preposto alla Memoria dell’Olocausto, dovrebbe onorare i morti ma, soprattutto, agire presso l’opinione pubblica per evitare che succeda ancora. In questi giorni in cui vengono chiamati in causa Rabbini e Rabbinato, si rimuove, in quanto non la si menziona, la giusta denuncia fatta da costoro circa l’insorgere di una religione della Shoà. Praticata, questa “religione” come se il mondo si fosse fermato nel 1945 e senza tener conto degli ammonimenti di Primo Levi (“è accaduto, quindi potrebbe accadere di nuovo…”).
Eppure, il 9 luglio 2019, i ministri degli Esteri di Francia, Germania, Regno Unito e l’Alto Rappresentante dell’UE hanno denunciato la violazione da parte dell’Iran, dei suoi obblighi, provvedendo ad arricchire l’uranio al di sopra dei limiti consentiti. Gli europeisti non ne parlano né lo faranno, sia perché questa è una notizia non abbastanza terzomondista sia perché anche l’europeismo è diventato strumentale al compulsivo manicheismo che ha corroso le anime ed i ragionamenti.
Emanuele Calò, giurista
(16 luglio 2019)