L’Europa di Ursula

rassegnaPer soli nove voti Ursula von der Leyen è stata eletta presidente della Commissione europea. Queste le sue prime dichiarazioni: “Mi sento molto onorata, la fiducia che riponete in me la riponete nell’Europa, un’Europa forte e unita da est a ovest, da nord a sud, pronta a combattere per il futuro invece che contro se stessa. Il compito che dovrò affrontare pesa su di me e il mio lavoro comincia adesso”.
Nel suo intervento in apertura di seduta molti gli spunti che sono analizzati dai quotidiani. Tra gli altri il suo omaggio a Simone Veil. “Non è un caso – scrive Paolo Lepri sul Corriere – che Ursula von der Leyen abbia dedicato proprio a una donna un passaggio importante del suo intervento. Deportata ad Auschwitz, da dove era tornata con il numero 78561 marchiato su un braccio, la prima presidentessa al femminile dell’assemblea di Strasburgo disse che l’Unione dell’Europa l’aveva ‘riconciliata’ con il ventesimo secolo”. Oggi invece, sottolinea Lepri, “è necessario riconciliare il ventunesimo secolo con un’Europa che è cambiata troppo poco”. Ma senza abbandonare “i valori che l’hanno fatta nascere”.

Reportage de La Stampa che ci porta all’interno della più lunga delle sei gallerie costruite dal gruppo terroristico libanese Hezbollah per colpire Israele, recentemente neutralizzate dall’Idf. “Quel che rimane oggi – viene segnalato – è il pezzo di galleria che ha invaso la parte israeliana: 77 metri che raccontano le conoscenze ingegneristiche impiegate dai combattenti di Hassan Nasrallah per preparare l’attacco. Da Ramyeh, il cunicolo tortuoso lungo un chilometro, largo un metro e alto due, quando va bene, dove non ti devi rannicchiare sotto fili penzolanti e tubi dell’acqua ancorati al soffitto che gocciola umidità, si infilava nel sottosuolo, tra curve brusche, grotte e gradini che scendono in picchiata”.

La cronaca italiana segnata dagli arresti che nel Nord Italia hanno colpito alcuni estremisti di destra, che avevano in dotazione armi da guerra, tra cui fucili d’assalto di ultima generazione, e persino un razzo. “I servizi segreti parlavano di un gruppo ucraino che attentava alla mia vita. Sono contento sia servito a scoprire l’arsenale di qualche demente” ha affermato il ministro Salvini. Una ipotesi però smentita dalla Procura, che ha negato l’esistenza di riscontri sulla pista dell’attentato. Gli arresti rivelano comunque uno scenario inquietante. Tra i Paesi coinvolti il Qatar, “in contatto con le autorità italiane per ricostruire come sia arrivato in Italia il missile, di fabbricazione francese ma in uso alle forze armate del Paese arabo e poi ‘venduto a un Paese terzo 25 anni fa’” (Corriere).

“Il lato segreto di Italo Balbo”. È il titolo di un intervento di Gian Antonio Stella, dedicato al gerarca fascista e alla sua posizione sulle Leggi antiebraiche del ’38. “A sollevare nuovi interrogativi sulla complessità dell’uomo – si legge – ecco arrivare al Corriere, dopo le nuove rivelazioni emerse dall’Archivio centrale dello Stato e pubblicate giorni fa nelle nostre pagine culturali, una lettera dell’avvocato milanese Bruno Finzi, 94 anni, di famiglia ebraica”. Finzi racconta il seguente aneddoto: “A leggi razziali ormai promulgate Balbo invitò a Tripoli un vecchio amico, il Professor Giovanni Cecchini, che aveva sposato una cugina di mio padre, Elena Modigliani. Tra quest’ultima e mio padre e le sue sorelle intercorreva un rapporto fraterno. Al suo ritorno dalla Libia Elena Modigliani Cecchini raccontò che nella Suite ai coniugi Cecchini riservata ella trovò un cartello con la scritta: ‘Qui si dà del lei e si rispettano gli ebrei'”.

Per i 100 anni dalla nascita di Primo Levi non serve un monumento, ma un cantiere sempre aperto di iniziative. È quanto sostiene Marco Belpoliti, intervistato da Avvenire. “Qual è oggi l’immagine prevalente di Levi?” viene chiesto a Belpoliti. “Quella di un grande scrittore – risponde – che è stato testimone di un’epoca terribile. Può sembrare una definizione semplice e immediata, ma in realtà è l’esito di un percorso interpretativo delineatosi negli ultimi decenni. Prima di allora Levi era rimasto prigioniero di se stesso o, meglio, del ruolo di testimone che gli era stato attribuito in via esclusiva”.

Si va verso una accelerazione del piano sgomberi dei campi rom predisposto dal Viminale. Ieri Salvini ha chiesto una “ricognizione urgente” di tutti i campi, abusivi e autorizzati, nell’arco di due settimane. Scrive il Corriere: “La circolare, recapitata ieri a tutte le prefetture, punta esplicitamente alla ‘predisposizione di un piano sgomberi’ che certamente farà discutere. Soprattutto nelle città, come Roma, in cui la presenza dei rom è numericamente importante”.

“Dobbiamo preparare i bambini di oggi per lavori che al momento non esistono: risolveranno problemi che si presenteranno domani grazie a tecnologie che devono ancora essere inventate”. Così l’israeliano Mooly Eden, tra i guru mondiali dell’innovazione, in una intervista con Tuttoscienze de La Stampa.

“Perché la sinistra inglese non risolve la questione antisemita?”. È la domanda che ci si pone sul Foglio, in un articolo intitolato “Processo al Labour” che riprende alcuni temi sollevati in una recente inchiesta della BBC.

Repubblica segnala la prossima uscita di un documentario dedicato a Mario Pirani, L’uomo che visse tre volte, di Irish Braschi. Pirani viene ricordato come “uno dei fondatori di Repubblica, che ha attraversato il Novecento tra le leggi razziali anti-ebraiche del fascismo, la militanza nel Pci, il lavoro nell’Eni di Enrico Mattei e il giornalismo”.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(17 luglio 2019)