Libertà religiosa, voci a confronto
Leader di comunità religiose, rappresentanti di governo, ministri degli Esteri e diplomatici, professionisti impegnati nel campo della promozione dei diritti civili.
Sono i protagonisti della seconda edizione del “Ministerial to advance Religion Freedom”, incontro internazionale per la tutela della libertà religiosa in svolgimento a Washington. Promosso dal Segretario di Stato Mike Pompeo, il meeting mette al centro problemi aperti, in primis le persecuzioni subite da numerose comunità nel mondo per la propria fede e identità, e buone pratiche per sviluppare modalità di intervento efficaci.
Un centinaio le delegazioni presenti, oltre un migliaio i partecipanti. A rappresentare l’ebraismo italiano è stata invitata la Presidente UCEI Noemi Di Segni.
“Gli Stati Uniti non resteranno seduti a guardare davanti all’oppressione. Saremo a fianco di coloro che sono perseguitati a causa della loro fede e faremo i nomi dei persecutori” aveva sottolineato, nel giugno scorso, Pompeo. Un impegno su cui è tornato nelle scorse ore: “La libertà religiosa è un elemento fondante degli Stati Uniti. Ma anche – le sue parole – un diritto universale e inalienabile che deve essere alla portata di tutti, non solo di pochi privilegiati”.
Tra i relatori della prima giornata il rabbino Jeffrey Meyers della sinagoga Tree of Life di Pittsburgh, scenario lo scorso ottobre del più sanguinoso attacco antiebraico negli Stati Uniti. Facendo riferimento al contesto in cui è maturata la strage, realizzata da un estremista ispirato alle deliranti teorie del suprematismo bianco, ma anche alle recenti affermazioni del presidente Trump, che appena pochi giorni fa si è scagliato con alcune dichiarazioni razziste contro alcune deputate democratiche, Meyers ha invitato tutte le componenti della società americana, ad ogni livello, a uno sforzo congiunto contro l’odio e la violenza verbale. “Abbiamo tutti bisogno – il suo messaggio – di moderare il linguaggio”.
(17 luglio 2019)