Ucraina, vince Zelensky
Vittoria netta per il presidente Volodymyr Zelensky alle elezioni svoltesi ieri in Ucraina. Tra le sfide che attendono l’ex comico, primo leader nazionale di origine ebraica in un Paese non sempre distintosi per filosemitismo, il complesso rapporto con la Russia. Scrive il Corriere: “Come tutti i politici ucraini, Zelensky ha promesso la pace, ma ha anche ripetuto i mantra della politica estera di Kiev: il territorio nazionale è sacro, la Crimea deve essere restituita, l’Ucraina può avere buoni rapporti con la Russia ma deve entrare nella Ue e nella Nato. Insomma, tutto e il contrario di tutto”.
Repubblica, in un articolo intitolato ad effetto “Israele, gli ortodossi alla conquista del potere. E ora li vuole il Mossad”, racconta il peso dei Haredim nella società e politica israeliana. Un tema che sarà centrale anche alle elezioni di settembre. Si legge al riguardo: “Proprio sul risentimento verso i super-religiosi, visti come parassiti che eludono il servizio militare e vivono di sussidi statali da molti israeliani, si sono incagliati i negoziati per formare il quinto governo del primo ministro Benjamin Netanyahu. Ed è probabile che la stessa impasse si riproponga dopo le nuove elezioni: Avigdor Lieberman, che ha impugnato la causa dei laici, ha già detto che non farà sconti per andare in coalizione coi religiosi”.
Stati Uniti e Iran: venti di guerra o negoziato ancora possibile? Il politologo Ian Bremmer, intervistato da Repubblica, sostiene: “Nessuna delle due parti desidera uno scontro militare diretto, ma nonostante questo le probabilità che un’escalation porti a uno scontro diretto stanno aumentando. Allo stesso tempo, sta crescendo la possibilità che si apra una finestra di dialogo per nuovi negoziati: questo è quello che preferirebbe Trump ed è diventato un po’ più facile dopo che gli iraniani hanno intensificato la loro attività offensiva e hanno mostrato la loro bona fides nazionalista”.
“Accanto al dilagare del populismo di estrema destra e dei neofascismi non si è ancora rimarginata la ferita dell’antisemitismo di sinistra. Anzi, si moltiplicano indizi che vanno in una direzione preoccupante” scrive Massimiliano Panarari, su La Stampa. Tra i fatti più inquietanti di questa deriva vengono segnalate le uscite del leader laburista inglese Jeremy Corbyn, ma anche la demonizzazione di George Soros in ambienti dell’ultrasinistra.
Sul Giornale si parla invece di un cartoon andato in onda sulla rete di Stato norvegese, in cui appare la scritta “maiale ebreo”. La Comunità ebraica locale è insorta, ma le scuse ad oggi non sarebbero arrivate. La rete si difende così: “Vogliamo spiegare che è una parola indifendibile, che non dobbiamo usare”.
Il Foglio traduce un articolo del Jerusalem Post dedicato ad Hanin Nasser, campionessa di atletica leggera, 22 anni, musulmana, che gareggia con i colori di Israele. Una scelta che ha scatenato alcuni integralisti, che l’hanno accusata di rappresentare “l’entità sionista che ha sradicato il nostro popolo”.
Repubblica segnala un documentario in onda stasera sulla BBC in cui Daniel Radcliffe, l’attore noto per aver interpretato Harry Potter, legge la lettera d’addio del bisnonno, suicidatosi a Londra nel 1936 dopo un furto ignorato dalla polizia per antisemitismo.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(22 luglio 2019)