Una voce con spirito umanitario

calimani darioA fronte di una campagna incessante sull’ondata di migranti che sta mettendo in pericolo la sicurezza, la sovranità e il futuro monocolore del nostro paese, sembra, da dati incontrovertibili, che i migranti stiano preferendo di gran lunga Cipro all’Italia – forse ne dovremmo essere sovranisticamente infastiditi – e che i respingimenti e rimpatri attuali dall’Italia siano diminuiti, se raffrontati al numero di quelli attuati dal governo precedente.
Giusto chiedersi, una volta di più, se siano davvero i migranti, e non altro, il vero problema dell’Italia. E se non vi sia davvero possibilità e spazio per l’accoglienza nel nostro paese. Una risposta proviene dal passato non lontano. A marzo del 1991, in un solo giorno, arrivano a Brindisi ventisettemila albanesi. L’Albania è nel caos per la caduta del regime comunista. L’invasione migratoria, anziché essere vista come la discesa dei barbari, smuove le coscienze della città. Il sindaco lancia un messaggio ai suoi concittadini: “Hanno solo fame e freddo, aiutateli”. E la gente li aiuta in ogni modo, sfamandoli, vestendoli, accogliendoli. A un quarto di secolo di distanza, non si ha memoria di stupri, violenze, aumento dello spaccio di droga o del diffondersi dell’AIDS nel territorio. Nulla di tutto ciò si legge nelle cronache e nella storia d’Italia. Quel sindaco, un Pino Marchionna qualsiasi, non un famoso – o notorio – ministro della Repubblica, ha dato il passo alla sua gente, e la gente ha risposto, secondo coscienza. Ci vuole poco a indirizzare la coscienza di una città, o di una nazione. Basta una sola voce dotata, o meno, di spirito umanitario. Il popolo, poi, segue. Talora nel bene, molto più spesso, e con più facilità purtroppo, nel male e nella degenerazione del linguaggio e delle azioni.

Dario Calimani, Università di Venezia