Maccabi, a Budapest tra sport e identità

Dal 29 luglio al 7 agosto Budapest ospiterà i XV Giochi Europei Maccabi, quelli che sono definiti a buon diritto le Olimpiadi del mondo ebraico. Lasciatelo dire a me che vengo da Torino e ho partecipato al sogno olimpico del 2006: il paragone con le Olimpiadi non è ingiustificato. Al di là delle dimensioni, che sono certamente più piccole, e della partecipazione degli atleti, quello che accomuna le gare sportive del Maccabi all’evento olimpico sono l’entusiasmo e la passione.
A Roma nel 2007 i XII Giochi Europei Maccabi hanno rappresentato il più grande raduno ebraico mai tenuto in Italia, un atto concreto di amore per Roma: un sentimento che era stato scelto anche come slogan: ‘Omnia vincit AMOR – Love conquers all‘. Amore per Roma, dunque, volontà di mostrare la presenza ebraica come una delle voci importanti di quel grande concerto che è la metropoli, desiderio di emozione e di partecipazione.
Berlino ha ospitato quattro anni fa la XIV edizione dei Giochi Europei Maccabi. Settant’anni dopo la caduta del Terzo Reich nell’Olympiastadium voluto da Adolf Hitler, in quello stesso luogo che nel 1936 fu teatro dell’Olimpiade nazista da cui gli ebrei furono esclusi, il Maccabi ha mostrato la meravigliosa vitalità del popolo d’Israele. Dove l’implacabile disegno di sterminio avrebbe dovuto annientarci le squadre di tutti i paesi europei hanno sfilato con orgoglio. Yair Hamburger all’epoca Chaiman del Maccabi mondiale non riusciva a trattenere l’emozione: con un grande sorriso raccontava la sua storia: “Sono vivo grazie la Maccabi, la mia famiglia vive felice in Israele grazie al Maccabi, abbiamo un futuro di grazie al Maccabi”. Il padre e la zia furono tra gli atleti che compresero il pericolo dell’avvento del nazismo in Germania e decisero di scappare dalle persecuzioni.
A Budapest sono attesi 3.000 partecipanti, in rappresentanza di 40 nazioni, 690 saranno i giovanissimi. Oltre a tutti i paesi europei è tradizione invitare i rappresentanti d’Israele e delle altre confederazioni mondiali, sfileranno anche: Messico, Brasile, Argentina, Sud Africa e Australia. La delegazione italiana sarà composta da una cinquantina di persone tra dirigenti, allenatori e atleti, a guidarli Roberto Di Porto. Il Presidente del Maccabi Italia Vittorio Pavoncello ha dovuto impegnarsi moltissimo per riuscire ad ottenere i finanziamenti e sponsor tecnici e permettere così ai giovani atleti di vivere un’esperienza straordinaria.
Gli sport previsti sono 24, in tutto 63 gare, l’iscritto più anziano è un giocatore di bridge di 87 anni, il più giovane uno scacchista di soli 10 anni. La delegazione tedesca sfiorerà i 300 partecipanti, la squadra ungherese di casa avrà 215 atleti. Il catering kasher garantirà oltre 78.000 pasti, 27.000 notti di albergo sono state prenotate, 500 volontari hanno dato la loro disponibilità. Il comitato organizzatore ha costituito un ente no profit in cui i soci fondatori sono Maccabi VAC, MTK Budapest e la Federazione delle Comunità Ebraiche Ungheresi. La Confederazione Europea del Maccabi detiene il copyright dell’evento e Motti Tichauer, Chairman della Confederazione Europea Maccabi è anche Chairman dei Giochi Europei Maccabi di Budapest, Ádám Jusztin, Presidente di Maccabi VAC è Co-Chairman, Tamás Deutsch, Presidente di MTK è il Presidente del Comitato promotore dei Giochi. La cerimonia di apertura si svolgerà al New Nándor Hidegkuti Stadium il 30 luglio, particolarmente toccante sarà il momento dell’Izchor, del ricordo degli 11 membri della squadra d’Israele uccisi da Settembre Nero alle Olimpiadi di Monaco 1972. Tutti gli eventi si svolgeranno al Ludovika Park, complesso multifunzionale recentemente inaugurato nell’area dell’Università.
L’emozione degli atleti che stanno ultimando la loro preparazione è grandissima, lo so per esperienza, perché io stessa come atleta ho partecipato alle Maccabiadi in Israele nel 1976 e sono stata capodelegazione nel 2003 e 2005. Ma anche l’emozione di chi lavora giorno e notte per far funzionare la macchina dei giochi è forte e genuina. Questo è il paradosso di eventi del genere, che sono effimeri, poiché durano solo una decina di giorni, ma anche permanenti, perché cementano appartenenze, affetti, sentimenti di partecipazione. Per questo i nostri giochi sono importanti anche per Budapest, che negli ultimi anni ha capito l’importanza di lottare contro l’antisemitismo, di dover cambiare pelle per puntare su un’immagine accattivante, sull’interesse internazionale, sulla cultura e far crescere il turismo ebraico.

Claudia De Benedetti

(24 luglio 2019)