Una Siria senza l’influenza iraniana

Netanyahu-golan-11-aprile-2016Nuove tensioni tra Israele e Siria dopo la denuncia da parte di Damasco di un presunto attacco aereo israeliano. Secondo i media siriani, i caccia israeliani avrebbero colpito nelle scorse ore la zona di Tel Al-Hara, nel sud del Paese. L’agenzia Reuters spiega che nell’area si trovano diverse milizie legate all’Iran. Israele non ha confermato la notizia ma ha più volte colpito oltreconfine, per dare un chiaro segnale proprio al regime di Teheran e ai suoi alleati Hezbollah. “Israele non tollererà la presenza iraniana in Siria”, hanno più volte chiarito le autorità di Gerusalemme. E contro l’influenza degli Ayatollah, ha dichiarato il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu incontrando il segretario all’energia americano in visita Rick Perry, “è importante mantenere alta la pressione”. Le sanzioni promosse dagli Stati Uniti sull’Iran – ha affermato Netanyahu – stanno funzionando, e stanno prosciugando i fondi che Teheran ha usato in passato per portare avanti la sua strategia espansionistica in Iraq, Siria, Libano e Gaza. “È molto importante che le nazioni del mondo che professano il desiderio di fermare le aggressioni iraniane si schierino con gli Stati Uniti e mostrino una determinazione comune”, le parole di Netanyahu, che è tornato a chiedere alla comunità internazionale di seguire l’esempio americano e comminare nuove sanzioni contro Teheran.
Tornando alla Siria, Israele ha dimostrato negli scorsi giorni quanto tenga sotto osservazione quanto accade oltreconfine e come non abbia paura ad intervenire: un terrorista del movimento libanese di Hezbollah è stato infatti ucciso di recente nel sud del Paese. L’uomo apparteneva a un gruppo incaricato di creare infrastrutture militari lungo il confine con Israele. Questo a dimostrazione della sensibilità del confine e della pericolosità di Hezbollah.
Durante l’incontro di Netanyahu con Perry è stata sollevata invece un’altra questione: quella degli investimenti cinesi in grandi progetti infrastrutturali in Israele. Perry, in una conferenza stampa, ha affermato che gli Stati Uniti non sono preoccupati per gli investimenti cinesi di per sé, ma del fatto che possano essere un trampolino di lancio per le capacità di raccolta di informazioni sensibili nell’area da parte di Pechino. Gli Stati Uniti, ha affermato “vogliono che i nostri alleati siano informati sulle attività che coinvolgono i cinesi”.
Gli Stati Uniti hanno espresso chiaramente a Israele la propria preoccupazione per i massicci investimenti cinesi in progetti infrastrutturali sensibili in Israele e hanno avvertito che, se la questione non viene affrontata a sufficienza, si avranno ripercussioni sulla cooperazione in materia di sicurezza tra i due paesi.