Redazione Aperta – Meis Scatti che raccontano il mondo
Il ruolo della fotografia nella società contemporanea. Ad analizzarlo, ospite del Museo dell’Ebraismo Italiano e della Shoah, il direttore della redazione dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Guido Vitale nel corso di un incontro parte del programma del laboratorio giornalistico Redazione Aperta. Tre le mostre prese in considerazione dal direttore di Pagine Ebraiche, introdotto dal direttore del Meis Simonetta Della Seta, tutte con al centro l’immagine, declinata però in modo differente: la prima presa in esame è “This Place”, esposta allo Jüdisches Museum di Berlino, in cui dodici fotografi raccontano Israele e Cisgiordania, attraverso una varietà di approcci e di temi che vanno dall’identità alla famiglia, dai conflitti al territorio. Seconda mostra, quella dedicata ad Adolfo Kaminsky, fotografo ebreo, uomo della Resistenza e falsario, che utilizzò la sua capacità di elaborare le immagini per falsificare documenti. Un arte che permise a Kaminsky di salvare durante la seconda guerra mondiale migliaia di ebrei e dopo decine di oppositori politici di mezzo mondo. Il Musee d’art et d’histoire du judaisme di Parigi – come racconta anche Pagine Ebraiche di Luglio – gli ha dedicato l’esposizione Faussaire et photographe. Diverso ma altrettanto prezioso il ruolo di Gerty Simon, a cui la Wiener Library di Londra ha dedicato la mostra “Berlin/London: The Lost photographs of Gerty Simon”: grazie a questa fotografa oggi poco nota è possibile apprezzare il volto della Berlino creativa e culturale degli anni ’30. Dalla cantante Lotte Lenya allo scienziato Albert Einstein, Simon ritrasse alcune delle grandi personalità della sua epoca, dovendo poi fuggire dalla sua Germania a causa dell’antisemitismo hitleriano. Nelle sue immagini rivive un mondo che sarà spazzato via dal nazismo e dalla guerra.