Adriatica Ionica, la Israel Academy sfiora il successo

Poche ore e un suo celebre connazionale, Egan Bernal, avrebbe festeggiato con champagne e maglia gialla sugli Champs Élysées. Il colombiano Alvaro Hodeg, più modestamente, si è accontentato di vincere l’ultimo sprint a Trieste, nella volata di Viale Miramare, della seconda edizione della Adriatica Ionica Race.
L’intrigante corsa a tappe ideata da Moreno Argentin, parte di un progetto che vuole rafforzare il dialogo tra Italia e Paesi balcanici attraverso il ciclismo, offre però almeno un altro responso. Perché se nel 2018 a conquistare la seconda piazza fu l’italiano Giulio Ciccone, autore di un memorabile exploit che nelle scorse settimane l’ha portato a vestire la maglia di leader del Tour de France per un paio di tappe, a succedergli è oggi il belga Ben Hermans.
Un (quasi) trionfo targato Israel Cycling Academy, la prima squadra professionistica israeliana di ciclismo che si è già fatta apprezzare, nel 2018 e la scorsa primavera, sulle strade del Giro d’Italia. Un po’ di rammarico resta, perché l’esperto corridore fiammingo è arrivato ad appena 15 secondi dall’ucraino Mark Padun, vincitore della corsa. Ma l’impressione è che, un passo alla volta, la Academy stia guadagnando spazio e considerazione nell’ambiente.
La speranza di molti è che questo simbolico secondo posto possa rivelarsi di buon auspicio anche per Hermans e compagni, anche in chiave Tour de France. L’ambizione della Academy, per il 2020, è infatti quella di partecipare alla Grand Boucle. E se possibile con un ruolo non troppo secondario.

(29 luglio 2019)