L’attacco alla sinagoga di Miami
“Stop al terrorismo antisemita negli Usa”

Schermata 2019-07-29 alle 11.34.58Mentre aspettava di entrare nella sinagoga Young Israel a Miami, un uomo di 58 anni è stato ferito alle gambe da diversi colpi d’arma da fuoco esplosi da un auto in movimento. Un volontario di Hatzolah, un’organizzazione medica d’emergenza che serve le comunità ebraiche di tutto il mondo, era nei pressi della sinagoga e ha potuto aiutare la vittima ricoverata in ospedale in condizioni stabili. Le autorità stanno indagando sul caso, riporta il Miami Herald, e non escludono si tratti di un reato d’odio. La sparatoria di Miami segue i tragici attentati antisemiti degli ultimi mesi a Pittsburgh, in Pennsylvania, e a Poway, in California. “Invito le autorità statunitensi a porre fine all’ondata di attentati terroristici antisemiti perpetrati contro gli ebrei negli Stati Uniti. È tempo che gli ebrei possano vivere la loro vita come qualsiasi altro cittadino”, l’appello del vicepresidente del World Zionist Organization Yaakov Hagoel.
Di recente, a una conferenza con diverse organizzazioni ebraiche e agenzie governative, il Procuratore Generale degli Stati Uniti William Barr ha definito l’antisemitismo un “cancro” e ribadito l’impegno delle istituzioni nel combatterlo. Oltre a Barr, erano presenti il Segretario dell’Istruzione Betsy DeVos, segretario del Tesoro Steve Mnuchin e il direttore dell’FBI Christopher Wray. La presenza di figure di primo piano della politica nazionale, ha affermato durante l’incontro Elan Carr, l’inviato speciale del Dipartimento di Stato per il monitoraggio e la lotta contro l’antisemitismo, è la dimostrazione che Washington prende seriamente la minaccia antisemita. Una minaccia in aumento negli Usa negli ultimi anni, come rilevano i dati dell’organizzazione antirazzista Anti-Defamation League. Carr ha fatto rifermento a tre tipi di antisemitismo: quello del suprematismo bianco d’estrema destra, l’antisionismo d’estrema sinistra e quello legato all’islam radicale. I citati attentati di Pittsburgh – 11 vittime, l’attacco terroristico antisemita più grave nella storia degli Stati Uniti – e di Poway – una vittima, Lori Gilbert Kaye, immolatasi per salvare il rabbino della sinagoga – avevano la stessa radice: il suprematismo bianco. Entrambi gli attentatori
denunciavano online un folle e immaginario complotto ebraico per distruggere l’America attraverso l’immigrazione di massa non bianca. Una tesi uguale a quella urlata nel 2017 nell’inquietante manifestazione di Charlottesville, in Virginia, dove estremisti di destra sfilavano ripetendo che “Gli ebrei non ci sostituiranno”. Secondo la storica Deborah Lipstadt questi diversi episodi fanno parte di un più ampio scenario che vede l’antisemitismo in crescita in tutti gli Stati Uniti. “Sulla scia dell’attacco di Poway (California), le forze dell’ordine, i funzionari governativi e i media hanno continuato a sottolineare che l’uomo armato aveva agito da solo. Potrebbero aver cercato di rassicurare il pubblico e, nei termini tecnici più ristretti, potrebbero aver ragione. – scriveva sull’Atlantic Lipstadt poco dopo l’attacco in California – Ma questo aggressore non era un lupo solitario. Fa parte di un nesso di odiatori. Chi ha sparato a Charleston, Pittsburgh, Christchurch (attacchi contro le moschee in Nuova Zelanda) e ora a Poway si è affidato a un linguaggio e a memorie simili. Gli attentatori di Christchurch e Poway hanno pubblicato dei manifesti prima della loro furia. Hanno rinviato i loro seguaci dei social-media ad alcuni degli stessi siti web e hanno offerto giustificazioni simili per le loro azioni”. “Questi uomini armati – prosegue la storica – possono non aver ricevuto ordini diretti da un leader, ma i social media hanno eliminato la necessità di un leader che impartisca ordini, facilitandone la radicalizzazione. E anche se non c’è motivo di pensare che si siano mai incontrati, sono profondamente connessi l’uno con l’altro. Il suprematismo bianco – che ha al suo centro l’antisemitismo – è alimentato dalla retorica estremista che è diventata quasi un luogo comune negli Stati Uniti. Sta crescendo e prosperando. Se questo atto di terrore fosse stato commesso da un individuo influenzato dall’ISIS o da Al-Qaeda, sarebbe stato rapidamente etichettato come terrorismo. Le agenzie governative devono riconoscere gli attacchi di matrice bianco-suprematista come una forma di terrorismo interno e trattarli come tali”.

Daniel Reichel