Solo equivoci senza importanza
Nelle ultime settimane mi ero un po’ imposto di stare mentalmente più lontano dalla situazione politica globale, tanto da comprare di meno i quotidiani e smettere di “seguire” su Facebook alcune pagine più d’informazione. Il tutto per non inheremarmi continuamente come si direbbe in bagitto. Perché leggere delle morti dei migranti in mare, del clima d’odio in Italia, delle aggressioni antisemite in Europa o negli Stati Uniti, o dei vari disastri ambientali legati al clima, senza poter muovere un muscolo? Mentre anzi i principali leader politici sembrano pensare a tutt’altro, se non a peggiorare i fenomeni che ho elencato, buttando benzina sul fuoco – per esempio numerose testate, tra cui il NYT, sostengono che dall’insediamento di Jair Bolsonaro la deforestazione della foresta amazzonica è aumentata vertiginosamente -. Meglio allora dedicarsi (finché ci saranno) alle letture o al mare sulle scogliere della costa toscana, a tutto ciò che insomma può distogliere un po’ dalla realtà. Del resto, la maggior parte degli italiani sembra così felice e spensierata, apprezza secondo i sondaggi l’attuale dirigenza politica del paese, fa i piani per le vacanze estive, e negli intervalli della giornata si sfoga con qualche offesa o fakenews sui social networks. Per quale ragione allora io dovrei preoccuparmi, forse essendo in minoranza sono io nel torto. Eppure, oggi non sono riuscito nel mio intento, perché risvegliandomi da un sonno comunque tormentato, mi (ri)accorgo che un vicepremier e ministro in carica può dire “zingaraccia” (che ricordo, vale alla stregua di “ebreaccio” o “negraccio”) e può tranquillamente accusare di pedofilia un giornalista solo perché lo aveva ripreso con la telecamera in una situazione politicamente compromettente. Può insomma permettersi di fare e dire tutto ciò che vuole, la strada davanti a lui è priva di ostacoli, a qualcuno va benissimo e la parte restante ne è in qualche modo abituata. Ma come ho già scritto meglio non occuparsene. “Le parole non sono un problema”. Torno a leggere Piccoli equivoci senza importanza di Antonio Tabucchi, sulla copertina c’è una bella sedia a sdraio su una spiaggia. Probabilmente anche tutto questo non è nient’altro che un equivoco, sicuramente privo di importanza.
Francesco Moises Bassano