Yiddish Festival, appunti di regia
Tra le protagoniste del Yiddish Summer di Weimar, uno dei principali appuntamenti al mondo per gli appassionati e gli studiosi della lingua yiddish, c’era – come raccontato negli approfondimenti di Pagine Ebraiche di agosto attualmente in distribuzione – la regista Miriam Camerini. Nella prima giornata del festiva Camerini ha portato sul palcoscenico lo spettacolo “Di Megile fun Vaymar”, ideato e scritto con Juri Vedenyapin e Alan Bern, direttore del Yiddish Summer di Weimar. E in queste giornate intense ha avuto modo di guardarsi attorno e appuntarsi alcune note, da condividere con i lettori di Pagine Ebraiche. Ad esempio quelle su Efim Chorny, che in “Di Megile fun Vaymar” interpreta il poeta Itzik Manger: “cantante yiddish di Kishinev, che fino ad ora ho sempre solo sentito cantare in yiddish o in russo o rumeno, inizia – durante una pausa dalle prove – a cantare in ebraico canzoni israeliane e improvvisamente tutto cambia colore, – racconta Miriam – la diaspora millenaria svanisce, il professor Klausner diventa Amos Oz.. Forza, vigore, sole, calore, sicurezza. Mi mancano il dubbio, l’ironia? Sí, mi mancano”. Dell’attrice e cantante parigina Milena Kartowski – che nello spettacolo interpreta Vashti -, la regista milanese ricorda la difficoltà iniziale di recitare in tedesco, lei nipote di un sopravvissuto a Buchenwald. “Qui a Weimar è il capolinea dell’autobus, Milena esplode un giorno durante le prove per la ‘violenza’ che sente nel ‘cacciarsi in bocca a forza’ il tedesco del testo dell’Esther Spiel di Goethe. – spiega Camerini, che cerca di rassicurare l’attrice – Mio padre ci ha sempre detto che associare Goethe, Von Kleist o Brecht ai nazisti significa fare il loro gioco, concordare che loro sono la Germania. Sono cresciuta in una famiglia in cui la lingua e la letteratura tedesca, così come la musica, sono lette e ascoltate con rispetto e amore, lo stesso che Manger e innumerevoli ebrei europei portavano ad essa prima della guerra. Cerco di spiegarlo a Milena in lacrime, ma forse ora ha solo bisogno di piangere un poco”.
Di un confronto a due sul grande letterato tedesco Johann Wolfgang von Goethe parla invece l’ultima nota della regista: “Yuri Vedenyapin e Mendy Cahan, Ahashverosh e Haman nel Purim Spiel di Goethe, vertono in yiddish il testo in giambi, parola per parola, e si spiegano a vicenda ‘di Kavunes’, le intenzioni. Per capire Goethe, un yiddishista di Mosca che insegna a Montreal e un ex chassid di Anversa che dirige un teatro nella stazione dei bus di Tel Aviv, devono portarlo a casa loro…ovunque essa sia”.