Guido Fink (1935-2019)
È scomparso all’età di 84 anni Guido Fink, critico letterario, cinematografico e teatrale, insigne studioso e accademico che fu anche direttore dell’Istituto italiano di Cultura di Los Angeles dal 1999 al 2003 e per un breve periodo, dal 2003 al 2004, anche presidente della Comunità ebraica fiorentina.
Nato a Gorizia, cresciuto a Ferrara, formatosi a Bologna, Fink ha insegnato letteratura sia in Italia (Bologna e Firenze) che in prestigiosi atenei statunitensi (tra gli altri Princeton, Ucla e Berkeley). Ritenuto un pioniere degli studi comparati, attento in particolare a mettere in contatto il cinema con il teatro e la letteratura, ma anche con il più generale contesto storico-artistico, Fink ha dato un impulso significativo anche allo studio specifico della letteratura ebraica.
Particolarmente significativi in campo cinematografico, come riconosce anche l’Enciclopedia Treccani, i suoi contributi su singoli registi, sia su periodi e tendenze, con particolare riguardo alle cinematografie statunitense, inglese e italiana.
Fortissimo il legame con Giorgio Bassani e con Ferrara, dove domani pomeriggio sarà seppellito. Nella città estense, dove la famiglia era riparata dopo l’entrata in vigore delle Leggi razziste, Fink visse infatti una delle pagine più drammatiche di quegli anni: i fatti del ’15 novembre del ’43, descritti da Bassani nel racconto in “Una notte del ’43”. E cioè l’eccidio di 11 antifascisti accanto al muretto del Castello Estense, ad opera dei repubblichini. La madre Laura, avvertita per tempo, si mette al riparo dagli aguzzini assieme al figlioletto. Pochi mesi dopo il padre Isacco sarà invece catturato, inviato a Fossoli e di lì ad Auschwitz. Non farà ritorno.
Una ferita destinata a segnare nel profondo Guido, che già poco più che ventenne si distingue per la prolifica attività di autore e critico su giornali sia locali che nazionali. L’inizio di una carriera che lo porterà lontano. Significative, tra le altre, le sue monografie su Ernst Lubitsch, William Wyler e Robert Altman. Di grande importanza inoltre il suo “Non solo Woody Allen. La tradizione ebraica nel cinema americano” pubblicato nel 2001 da Marsilio, Premio Efebo d’Oro come miglior libro italiano di cinema. Fink è anche co-autore di una Storia della letteratura americana del 1991 frequentemente ristampata, di “Quasi come, antologia di falsi e parodie” scritta insieme a Guido Almansi e commissionata da Umberto Eco, di un volume sulle strategie narrative dell’Ottocento americano (“I testimoni dell’immaginario”). Con sua moglie, Daniela Sani, ha anche curato le versioni italiane sottotitolate di Schindler’s List di Steven Spielberg, Vanja nella 42ma strada di Louis Malle e It’s All True di Orson Welles.
Per festeggiare gli 80 anni di Guido Fink l’editore Guaraldi, nel 2015, aveva dato alle stampe un’antologia di suoi scritti curata da Roberto Barbolini: “Nel segno di Proteo: da Shakespeare a Bassani”, il titolo dell’opera, sguardo ampio a una vasta gamma di interessi e mondi in comunicazione. Perché, come ricordava il figlio Enrico nel corso di un evento-omaggio al grande anglista, “mio padre si è sempre concentrato a creare ponti tra i diversi linguaggi ma anche tra le diverse culture”.
Il funerale di Guido Fink si svolgerà domani alle 15.30 al cimitero ebraico di Ferrara, in via delle Vigne 12.
Sia il suo ricordo di benedizione.
(Nell’immagine Guido Fink, con la moglie Daniela, in occasione di una conferenza del 1988 a Bagni di Lucca)
(7 agosto 2019)