Infiltrazioni di terroristi da Gaza, Israele sventa la minaccia
Nelle prime ore del mattino soldati israeliani hanno ucciso un terrorista palestinese legato a Hamas che ha aperto il fuoco contro di loro mentre cercava di varcare il confine tra Gaza e Israele. A diffondere la notizia, fonti dell’esercito già impegnato sabato in un altro tentativo di infiltrazione terroristica, quando un commando di quattro palestinesi – armati di fucili automatici, con sacche piene di bombe a mano e con lanciarazzi Rpg – ha cercato di sconfinare. I quattro terroristi sono stati uccisi dai soldati intervenuti sul luogo. La notizia in Italia trova solo un piccolo spazio oggi sul Messaggero e Avvenire. Questi episodi in Israele sono invece visti con preoccupazione e come possibili indicatori di una nuova escalation di violenza: il ministro Yoav Gallant ha dichiarato che Israele potrebbe lanciare un’altra operazione su larga scala a Gaza anche se, ha aggiunto, farlo è da considerare un’ultima risorsa.
Le stragi naziste in Italia. “Mario Marsili si rigira tra le mani quello scatto e accarezza il viso della madre con il pollice. Era il 12 agosto 1944 quando i tedeschi gliela ammazzarono davanti agli occhi, durante una delle stragi più terribili della Seconda guerra mondiale: 560 morti, di cui solo 393 identificati. Tutti civili. Lui aveva 6 anni, Genny Bibolotti Marsili 28”. Così il Corriere nel ricostruire la drammatica testimonianza di uno dei pochi sopravvissuti alla strage compiuta dai nazisti a Sant’Anna di Stazzema di cui ricorre oggi il 75esimo anniversario. Un’altra pagina drammatica viene invece ricordata da Luca Formenton, erede della dinastia di editori fondata da Arnoldo Mondadori, in un’intervista a Repubblica: l’eccidio dell’Hotel Meina, il primo compiuto dai nazisti in Italia e in cui furono assassinati 56 ebrei. “Dopo averli uccisi li gettarono nel lago. Le vittime dell’Hotel Meina furono buttate in acqua a una cinquantina di metri da casa nostra – afferma Formenton – Luigi, il custode di allora, vide i nazisti sulla riva bucare i cadaveri con la baionetta perché i corpi affondassero. La sua testimonianza è stata raccolta da Marco Nozza in un libro che pubblicammo con II Saggiatore”.
L’Havana ebraica. Con la Rivoluzione cubana quasi tutti gli ebrei dell’isola, circa 40 mila, lasciarono il paese per gli Stati Uniti. “E per i pochi rimasti, quelli troppo poveri, anziani o coinvolti con la rivoluzione, la vita divenne molto difficile. Come le chiese, anche le sinagoghe furono chiuse e le pratiche religiose vietate. Ora, però, la religione sta riprendendo il suo ruolo a Cuba e la minuscola comunità ebraica, 1.200 membri, sta dando prova di una vitalità insperata”, racconta La Stampa in un reportage dall’isola dedicato all’ebraismo cubano.
La lingua che costruisce il nemico. “Fare l’indiano, fumare come un turco, bizantino nel senso di ‘inutilmente complicato’: sono solo alcuni dei modi di dire nati dal contatto con altre popolazioni. La maggior parte di queste espressioni sono ormai innocue, e per questo debolmente censurate. Alcune, però, contengono ancora in sé la traccia di una stigmatizzazione grave e allarmante. Pensiamo all’uso di ebreo per indicare una persona avida di denaro: lo si trova nella prima versione dei Promessi sposi, a proposito di Don Rodrigo; oggi, fortunatamente, è meno attestato che in passato (tanto che alcuni recenti dizionari dell’uso tendono a non registrare più questa accezione)”, scrive Matteo Motolese sul Domenicale del Sole 24 Ore analizzando il tema della costruzione invisibile di un nemico attraverso la lingua.
Dopo l’Unione Sovietica. Su L’Espresso ultimo articolo della serie dedicata al trentesimo anniversario della caduta del Muro di Berlino a firma di Wlodek Goldkorn: un racconto personale di incontri con grandi personaggi, tra spie e letterati, in cui il giornalista inquadra lo sgretolarsi dell’Unione Sovietica e il futuro della Russia nella mani dell’uomo forte.
La Bibbia dei 70. Un équipe di studiosi guidata da Paolo Sacchi ha terminato per l’editrice Morcelliana la traduzione della Bibbia dei Settanta, ovvero la traduzione in greco ordinata da re Tolomeo filadelfo, nel secondo secolo a.e.v, a 72 Maestri ebrei. Ne scrive diffusamente Marco Rizzi su La Lettura del Corriere.
Nuovamente contro la macellazione rituale. Libero rilancia l’appello dell’eurodeputato di Fratelli d’Italia Carlo Fidanza che attacca la macellazione halal e invoca il divieto per tutte le macellazioni rituali, compresa dunque la shechitah ebraica.
In Kashmir. L’attenzione dei media internazionali è sul Kashmir dove la tensione è alta dopo la recente decisione dell’India di revocare lo “status speciale” della regione himalayana, con l’obiettivo dichiarato di integrare la maggioranza musulmana nel resto del Paese. L’area è notoriamente stata teatro di sanguinosi scontri e c’è chi si lancia in paragoni con la realtà il conflitto tra israeliani e palestinesi: lo fanno Sole 24 Ore e Repubblica. In particolare quest’ultima dando voce a un locale dalle idee confuse.
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked