“Siamo piccoli, ma pensiamo in grande”

Risalgono alla metà del quattordicesimo le prime notizie di una presenza ebraica a Parma, nell’epoca in cui la città era compresa nel Ducato di Milano. Le consuete traversie di quell’epoca, a seguito di un cinquecentesco decreto di espulsione, privano gli ebrei parmigiani del diritto a vivere in città. Un diritto che potranno riacquisire soltanto a partire dal Settecento, con la graduale ricostituzione di un nucleo che, pur piccolo nei numeri, sarà al centro degli snodi principali di storia italiana. A metà Ottocento è proprio a Parma che vede la luce la Rivista Israelitica, primo periodico ebraico ad essere stampato nel nostro Paese. Idee che andranno a sedimentarsi e che costituiranno una spinta per i numerosi esponenti della Parma ebraica che saranno protagonisti della società del tempo. Tra gli altri, all’interno del Comitato di Provvedimento. E cioè una istituzione filantropica che apre le porte alla Società Mutualistica della Pubblica Assistenza. L’ebreo Giuseppe Melli, oltre che presidente, è anche sostenitore degli Ospizi Civili, commissario dell’Opera degli Orfani di guerra e presidente della Società di incoraggiamento degli artisti. Sono anni sull’onda dell’entusiasmo e di nuovi progetti: nel 1865 è costituita la Libera Società Israelitica di Parma e si dà inizio alla costruzione della sinagoga di Vicolo Cervi, inaugurata nel 1866. Una spinta partecipativa alle sorti del Paese che soltanto le Leggi razziste del ’38 interromperanno, tragica premessa alla Shoah che anche a Parma e nelle realtà limitrofe lasciò un segno drammatico. Oggi la Comunità ebraica di Parma conta poche decine di iscritti, una delle più piccole realtà dell’ebraismo italiano. “Siamo piccoli, ma determinati e orgogliosi della nostra storia. Un patrimonio che cerchiamo di tutelare con il massimo sforzo, anche grazie a professionalità molto forti, ciascuna nel loro campo, che dialogano in modo armonico. Un bel gioco di squadra” sottolinea Riccardo Joshua Moretti, presidente della Comunità ebraica e Consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Recente la sua conferma al vertice della Comunità, dove lo affiancano la vicepresidente Susanna Bondì e la Consigliera Renza Levi. Rabbino capo è invece rav David Sciunnach. “Una conferma che nasce nel segno della continuità e dell’intenso lavoro, anche sul piano culturale, svolto negli ultimi anni” afferma Moretti, che è direttore d’orchestra, musicista e compositore e che punta forte non solo sulla prossima Giornata della Cultura Ebraica, ma anche sugli eventi che saranno organizzati nel 2020 in occasione delle manifestazioni per Parma capitale italiana della cultura. “Essere piccoli in molte cose è uno svantaggio. Ma in altre ti dà una più facile operatività, soprattutto nella relazione con la società esterna. Qui i rapporti sono ottimi con tutti: con le istituzioni, con il mondo culturale, con la società nel suo insieme. E questo riflette Moretti ci dà la possibilità di essere ancora più efficaci, anche come baluardo ebraico in un territorio molto attento ai nostri input”.
Diversi sono gli eventi che hanno caratterizzato lo sforzo della Comunità parmigiana in questi anni. A Parma, ma anche nella vicina Soragna. È là infatti che sorge il Museo ebraico Fausto Levi, che raccoglie alcune preziose testimonianze dei nuclei vicini oggi scomparsi. Ogni primavera il Museo accoglie la fase conclusiva di Shevilim, concorso rivolto alle scuole che permette di approfondire un tema legato all’ebraismo. “Un’occasione spiega Moretti per parlare non solo di Shoah, ma di ebraismo a tutto tondo. Una sfida che gli studenti raccolgono sempre con entusiasmo e producendo elaborati di spessore”.
Un elemento di novità portato da Moretti è invece il “Concorso di composizione musicale nella tradizione ebraica”, la cui prima edizione si è svolta a Parma nel dicembre del 2017, su impulso dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane in collaborazione con Parma OperArt. Il concorso, vinto con il brano Shirah dal compositore Luka Lodi, ha richiamato musicisti da tutta Europa e da Israele ed è stato dedicato ai cinquant’anni dall’unificazione di Gerusalemme.
Sempre Parma, su iniziativa della Commissione cultura UCEI e con la partecipazione di molti rabbini, ha recentemente ospitato una giornata di studio sulla Tefillah. Per arrivare, poche settimane fa, all’organizzazione del Limmud Italia (formula arrivata a Parma dopo Firenze e Venezia).
“Risultiamo sempre più attrattivi, e questo è di buon auspicio per il futuro. In questo siamo senz’altro aiutati da una città che è bella e offre degli stimoli, su un piano culturale e non solo. E di questa meravigliosa città ci sforziamo di essere protagonisti, di essere riconosciuti come un tassello determinante. è conclude Moretti un impegno di vitale importanza”.

Dossier Parma, Pagine Ebraiche Agosto 2019