L’accanimento contro Greta
Ho rivisto il ghiacciaio della Marmolada, e non l’ho riconosciuto. Era spoglio, era scuro, sembrava la testa di un caprone spelacchiato. E ho pensato alla giovane Greta Thunberg, che lancia inutili allarmi al mondo mettendo incautamente in gioco la serenità della sua gioventù.
L’hanno dileggiata, l’hanno insultata, si sono pure attardati sui particolari tratti del suo volto e sui suoi strani occhi a mandorla. Barbari. Ignoranti e barbari. Volgari, crudeli e meschini come i tempi che viviamo. Come se essere sensibili a un problema e battersi per un’idea fosse prerogativa degli adulti e una ragazzina non potesse permettersi di farlo. Come se una ragazzina, nella sua innocenza, non potesse gridare al mondo lo scandalo per il degrado della terra e per l’indifferenza degli stati, dei politici responsabili, della gente.
I ghiacciai si stanno sciogliendo a ritmi che non ci si sarebbe aspettati. L’allarme è giustificato. Forse la colpa dei cambiamenti climatici non è dell’effetto serra e delle emissioni di gas in atmosfera. Certi soloni ne hanno l’assoluta certezza: si tratterebbe solo di uno dei tanti cicli climatici che caratterizzano la storia del nostro pianeta. Nessun dubbio sulle cause, malgrado l’assenza di prove scientifiche inoppugnabili. E tuttavia, anche concedendo che sulle cause dei cambiamenti climatici si potesse disquisire e discordare, nessuno potrà argomentare che i gas serra siano benefici e che sia giusto continuare ad avvelenare il pianeta, o creare isole di plastica negli oceani. Salvo affermare che, sopra ogni cosa e ogni altro valore, vadano salvaguardati il progresso, la modernità e l’interesse economico. E chissà che la salvaguardia dell’economia, oggi, non la si debba pagare assai cara domani.
L’accanimento contro Greta Thunberg suona come un rifiuto arrogante da parte degli adulti di accettare una lezione ingenua da una ragazzina. Come se gli adulti, arroccati sulle loro certezze, fossero orgogliosi della loro stessa indifferenza. Perché gli adulti la sanno più lunga, e sanno come trattare il pianeta. Loro sanno che cosa è bene per l’uomo. Nel frattempo, e fra un dubbio e l’altro, la Marmolada sta scomparendo, malinconicamente.
Dario Calimani, Università di Venezia
(20 agosto 2019)