Una via stretta
È una via stretta quella che potrebbe portare a un’alleanza di governo tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle.
“Sono possibili solo governi che ottengono la fiducia del Parlamento con accordi dei gruppi su un programma per governare il Paese, in mancanza di queste condizioni la strada è quella delle elezioni” ha detto ieri Mattarella al termine delle consultazioni. Il negoziato è così ufficialmente aperto, anche se gli esiti appaiono piuttosto incerti.
“Tra mille dubbi – riconosce La Stampa – Cinque stelle e Pd proveranno a fare un governo insieme. Non c’è la minima garanzia che il loro tentativo andrà in porto. Ma qualcosa di concreto potrebbe davvero maturare, perché al termine delle consultazioni al Quirinale, dopo avere soppesato i vari pro e contro, Sergio Mattarella ha ritenuto giusto concedere altri quattro giorni prima di misurare gli eventuali progressi del negoziato”.
“Matteo Salvini e la Lega – si legge sul Corriere – hanno commesso un errore madornale, provocando in maniera irresponsabile una crisi in piena estate che ha esposto l’Italia alla speculazione finanziaria, e non solo. Ma all’ombra del Carroccio l’altro vicepremier dimissionario, il grillino Luigi Di Maio, non può pensare di continuare a navigare nell’ambiguità”. Di passare cioè “da una coalizione gialloverde a una col Pd con una presunzione di centralità che il 2018 gli ha dato, ma le Europee del 2019 ritirato bruscamente, dimezzando il Movimento”.
Per Repubblica, quello che parla alla nazione è un Presidente teso, preoccupato: “Il linguaggio del corpo lo rivela inequivocabilmente: come previsto, la crisi aperta irresponsabilmente da Salvini a ridosso di Ferragosto, si sta rivelando difficilissima, piena di incognite. Bisogna combinare un matrimonio tra due partiti che si sono fatti la guerra per anni, e farlo, per di più,’in tempi brevi'”.
Osserva Il Fatto Quotidiano: “Le delegazioni di Pd e Movimento 5 Stelle, che dovrebbero dare vita a un’alleanza parlamentare a sostegno di un nuovo governo, gli hanno dato segnali non proprio inequivocabili. Il tatticismo di Matteo Salvini, che si è detto disponibile a rimettere insieme i cocci dell’alleanza giallo verde con il Movimento 5 Stelle, ha fatto il resto”.
Secondo Libero, per l’ex ministro dell’Interno non ci sarebbero più speranze: “Matteo Salvini sacrifica la Lega di governo e la sua poltrona da ministro per una scommessa identitaria che non potrà controllare: tutto è nelle mani di Nicola Zingaretti e della banda Grillo-Casaleggio, ai quali il presidente Sergio Mattarella ha concesso cinque giorni per convolare a nozze o precipitare verso un voto anticipato ormai abbastanza improbabile”.
In Israele intanto da registrare l’apertura del leader del partito arabo Hadash all’ingresso in un eventuale governo guidato da Benny Gantz. “Una svolta clamorosa – scrive La Stampa – tanto più che l’ex generale che sfida Netanyahu non è certo morbido nella questione palestinese. Ha guidato l’ultima operazione di terra a Gaza e critica il premier perché ‘debole’ con Hamas”. Tra le condizioni poste “un grande piano per risolvere il problema della casa fra i cittadini arabi, più ospedali pubblici e diritti, e poi il rilancio dei negoziati per arrivare a uno Stato palestinese e il rigetto della legge ‘Stato-Nazione’ voluta dal centrodestra”. Reazioni negative su quasi tutti i fronti, a partire dai leader degli altri partiti arabi.
Il Fatto Quotidiano segnala intanto una impennata di denunce contro il ministero della Difesa da parte di ex soldati affetti da Pstd, “il disturbo post traumatico da stress causato dal servizio militare”. Secondo il quotidiano, che cita alcune statistiche, i reduci sarebbero “abbandonati dal governo”.
I saluti romani ai funerali dell’ultrà della Lazio Fabrizio Piscitelli hanno avuto come effetto l’apertura di una inchiesta e l’acquisizione, da parte della Digos, delle immagini. “Al termine dell’attività investigativa – scrive il Messaggero – verrà inviata in procura un’informativa con l’ovvia indicazione del reato: apologia di fascismo. Spetterà poi all’aggiunto Francesco Caporale al vertice del pool dei magistrati che si occupano di antiterrorismo, stabilire se aprire il fascicolo a carico dei supporter”.
Celebrata all’Onu la prima Giornata di commemorazione per le vittime di atti di violenza basati su religione e credo. Secondo le ultime rilevazioni del Pew Research Center, riporta Avvenire, i Paesi in cui si registra il più alto tasso di episodi sarebbero Bangladesh, India, Repubblica Centrafricana, Egitto, Iraq, Israele, Nigeria, Pakistan, Siria e Yemen. Gli stessi Paesi, scrive il quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana, “compaiono nella World Watch List di Open Doors, il report annuale che presenta la mappa dei 50 Paesi al mondo dove è più difficile vivere come cristiani”.
In una intervista con Repubblica Woody Allen parla del suo ultimo film, Un giorno di pioggia a New York, ma anche di altre questioni che gli stanno a cuore. Commentando le ultime dichiarazioni di Trump sulla “slealtà” degli ebrei che sostengono il Partito democratico, Allen afferma: “L’ascesa della destra è negativa in ogni momento storico. Freud ha detto che ci sarà sempre antisemitismo perché la razza umana è retriva. È vero: le persone sono così spaventate dalla vita che esorcizzano le paure dando la colpa agli ebrei, o ai neri, o agli immigrati. Ci sono sempre altre persone da incolpare e ferire”. Per Allen però lo scenario è destinato a cambiare: “L’ascesa della destra, magari sono nel Giardino dei Finzi Contini e mi sbaglio, secondo me si fermerà”.
Jonathan Safran Foer, in una grande intervista col Venerdì, presenta il suo ultimo libro ambientalista Possiamo salvare il mondo, prima di cena (ed. Guanda). “Quello dell’ecocidio, per il grosso dell’umanità, risulta un orizzonte astratto, lontano e sfocato. Soprattutto – sostiene lo scrittore – è una prospettiva che stenta a diventare una storia appassionante, le sole che riescono a mobilitare gli uomini”.
Anche il tema della Memoria tra gli ambiti approfonditi nella prossima edizione de Le chiavi della città, progetto dell’amministrazione comunale fiorentina rivolto alle nuove generazioni. Tra i poli di questo sforzo, presentato dall’assessore Sara Funaro su Repubblica, il Memoriale italiano ad Auschwitz recentemente installato nel quartiere Gavinana. “Ristrutturata in tempo per le scorse elezioni – viene spiegato – adesso l’opera che ricorda la Shoah degli italiani si aprirà alle scuole. Visite in collaborazione con il Muse, che gestisce i musei comunali, ma anche con le associazioni: l’Aned (che è anche proprietaria dell’opera), l’Anpi e la comunità ebraica”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(23 agosto 2019)