Una strada in salita
Strada in salita, dopo il vertice della notte a Palazzo Chigi, per l’eventuale accordo di governo tra Partito Democratico e Movimento Cinquestelle. Una situazione destinata comunque ad evolvere, in un senso o nell’altro, nelle prossime ore.
Sottolinea Repubblica: “Doveva essere l’incontro risolutivo per dare via libera all’intesa sul Conte bis. Invece il summit notturno a palazzo Chigi tra i vertici di M5S e Pd si chiude all’una passata con una nuova fumata grigia. Luigi Di Maio pretendeva da Nicola Zingaretti un accordo al buio: definire la composizione del governo e i contenuti del programma, in testa la manovra economica, solo dopo che il presidente della Repubblica avrà affidato l’incarico al premier uscente”.
“Conte atterra a Ciampino e si precipita a Palazzo Chigi. È la prima riunione di un governo che deve ancora nascere o l’ultima di un progetto che non nascerà mai? A notte fonda – scrive il Corriere – la risposta non c’è ancora”.
La Stampa appare più possibilista sull’accordo: “Per sciogliere i molti nodi rimasti aperti sono a disposizione le ore che separano i leader di Cinque Stelle e Pd dall’incontro sul Colle con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella”.
Molti i fronti su cui Israele potrebbe ancora colpire nei prossimi giorni, in risposta alla minaccia iraniana e a quella rappresentata da Hamas. Una situazione che resta ad altissima tensione, con il Primo ministro Netanyahu che nelle scorse ore ha condiviso con i leader di altri partiti (compreso Gantz, suo primo rivale) alcune valutazioni strategiche che potrebbero far pensare a un intervento militare. “A tre settimane dalle elezioni – scrive La Stampa – Netanyahu è impegnato su tutti i fronti. Dalla Striscia di Gaza sono ripresi i lanci di razzi, con una palazzina colpita a Sderot. Poco dopo è partita la rappresaglia dell’aviazione su postazioni di Hamas”.
Possibile svolta nei rapporti tra Usa e Iran, annunciata ieri nella conferenza stampa conclusiva del G7 di Biarritz: Donald Trump e Hassan Rouhani potrebbero incontrarsi a breve. “Le tempistiche – spiega il Sole 24 Ore – sono ancora incerte. Macron si è augurato che l’incontro avvenga nell’arco di qualche settimana. Trump ha preferito non sbilanciarsi, limitandosi a precisare che avverrà ‘quando ci saranno le circostanze giuste’. Se davvero Trump e Rouhani dovessero incontrarsi sarebbe un evento storico. È dal novembre 1979, dal raid contro l’ambasciata americana di Teheran e la presa dei 52 ostaggi, che i capi di Stato dei due Paesi non si vedono”.
Italia Oggi attacca Chef Rubio, popolare volto del piccolo schermo, per i suoi interventi antisionisti: “C’è questo cuoco da centro sociale, tale Chef Rubio, che nel nome della lotta proletaria ha fatte i soldi matti, è diventato vip televisivo e impone prezzi accessibili a Greta e al principino Casiraghi più che al pueblo unido, uno che ogni giorno sui social chiede la distruzione di Israele nel nome dell’Intifada”.
Il Foglio pubblica un testo di Maimonide sulla mitzvà 290, che ci dice “che non ci è permesso punire qualcuno basandoci sulla nostra discrezione, senza effettive testimonianze, anche se la colpa è virtualmente certa”. È preferibile e più opportuno, scriveva il grande Maestro, “che mille colpevoli siano liberati che un solo innocente venga messo a morte”.
“Storia atroce ed esemplare nella sua semplicità”. Questa la motivazione con cui Giovanni Grasso, consigliere per la comunicazione del Presidente Mattarella, ha vinto il Premio Cortina 2019 con il suo ultimo libro II caso Kaufmann (Rizzoli). A darne notizia è tra gli altri il Corriere.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(27 agosto 2019)