“Solidarietà ai cristiani perseguitati in Eritrea”

Ancora persecuzioni in atto contro i cittadini cristiani in Eritrea. Diverse decine le strutture assistenziali, le scuole e gli ospedali, realizzati e gestiti da cattolici, requisiti negli ultimi mesi da un governo che non tollera che attività sociali, educative e sanitarie vengano svolte dai sacerdoti cattolici, privando così gran parte della popolazione rurale di servizi essenziali.
Effetti drammatici di un regime tra i più spietati al mondo e che ha destabilizzato un principio di convivenza a lungo vigente tra le diverse comunità religiose presenti in un Paese che, in passato, ha mostrato il suo volto accogliente anche nei confronti di nuclei ebraici che, all’inizio della colonizzazione italiana, costretti a sfuggire ai pogrom in corso ad Aden, furono accolti benevolmente e amichevolmente. Un rapporto rafforzatosi nel tempo anche con l’Unione delle Comunità Israelitiche Italiane, mediato dalla comunità ebraica asmarina che, oggi quasi del tutto estinta, aveva l’Unione come referente istituzionale.
Ma la convivenza oggi non è più possibile, segnalano con allarme i rappresentanti dei cattolici eritrei fuggiti dal Paese. Come don Mussie Zerai, loro punto di riferimento per l’Europa, che su questo tema ha voluto confrontarsi in queste ore con la presidente UCEI Noemi Di Segni.
Ferma la condanna dell’Unione, impegnata in questi mesi nel rafforzamento di progetti di inclusione e integrazione a favore dei migranti che arrivano in Italia, diversi dei quali proprio eritrei, per il comportamento indegno tenuto dal governo di Asmara, con l’auspicio di un pronto ritorno a quella originaria condizione di rispetto nei confronti di tutte le confessioni.

(28 agosto 2019)