Italia, governo in costruzione

rassegna“Un esecutivo nel segno della novità e con una collocazione euroatlantica”. A prometterlo il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte dopo aver ricevuto ieri l’incarico di formare un nuovo governo dal Capo dello Stato Sergio Mattarella. “Lavoreremo per un Paese migliore, un Paese che abbia infrastrutture sicure, reti efficienti, un Paese attraente per i giovani che sono all’estero, un Paese dove le tasse le paghino tutti, ma proprio tutti, ma le paghino meno…”, la promessa di Conte (Corriere), che ora deve costruire la sua squadra di governo. “Sono ancora vuote le caselle degli Esteri, dell’Economia e del Viminale che, se assegnate seguendo un criterio misto, potrebbero andare, rispettivamente, a Marina Sereni o Enzo Amendola del (Pd), a Roberto Gualtieri (Pd) e al prefetto Alessandro Pansa”, sostiene il Corriere. Da sciogliere il nodo vicepremier: Luigi Di Maio vorrebbe la riconferma mentre il Pd propone Dario Franceschini o Andrea Orlando. Secondo Repubblica all’Economia invece potrebbe arrivare un tecnico: Lucrezia Reichlin oppure Dario Scannapieco. All’Istruzione si parla del Cinque Stelle Nicola Morra ma la Stampa cita sicuro il nome di Lorenzo Fioramonti, che in passato ha fatto esplicite dichiarazioni contro Israele. Alla Cultura potrebbe esserci una conferma per Alberto Bonisoli – sempre Cinque Stelle – ma, scrivono i quotidiani, il Partito Democratico vorrebbe per sé il ministero. Secondo La Stampa agli Esteri dovrebbe andare invece Enzo Amendola (deputato Pd). Tanti dunque i nomi in circolazione e ancora molto sarà definito nelle prossime ore.

Brexit secondo Jacobson. “Brexit è una dichiarazione di guerra. Non all’Unione europea, no. È una dichiarazione di guerra all’intelligenza”. Così al Corriere lo scrittore britannico Howard Jacobson, intervistato sulla situazione oltremanica e di cui esce oggi nelle librerie italiane, Su con la vita (La Nave di Teseo). “Siamo all’ultimo stadio di una malattia che corrode il Regno Unito da molti anni, dalla fine dell’era industriale e l’inizio di quella post-industriale. – la lettura dello scrittore – Tanti lavoratori si sono trovati in difficoltà e i politici invece di studiare soluzioni li hanno aizzati contro le élite. La cosa grottesca è che questi presunti amici dei lavoratori sono nati ricchi e hanno frequentato le scuole più costose, come Boris Johnson. Figuri che con i lavoratori non hanno nulla a che spartire e ai quali dei lavoratori non importa nulla”.

Cyberguerra contro l’Iran. Nel giugno scorso il presidente Usa Donald Trump aveva dichiarato di aver rinunciato all’ultimo ad un attacco contro l’Iran: un raid che doveva essere la risposta all’abbattimento di un drone americano. Nelle stesse ore, riporta il New York Times, un altro attacco aveva avuto seguito: quello cibernetico compiuto dagli hacker Usa che hanno distrutto il database che permetteva alle Guardie rivoluzionarie di attaccare le navi mercantili in transito nel Golfo. Gli iraniani negano ma, scrive La Stampa, “a sostegno delle affermazioni americane c’è il fatto che nessuna petroliera è più stata attaccata con mine o altri esplosivi. Ma la guerra cibernetica, di per sé ‘invisibile’, è anche mediatica: vince chi riesce a essere più convincente”. Intanto, riporta il Foglio, Israele spera che le recenti aperture di Trump verso l’Iran non portino a un incontro reale con il presidente iraniano Rouhani o con il suo ministro degli Esteri Zarif.

L’Iran che svilisce lo sport. Secondo i media israeliani, il judoka iraniano Saeid Mollaei sarebbe stato costretto a ritirarsi ai Mondiali di Tokyo su pressione del regime di Teheran. Al detentore del titolo mondiale è stato infatti vietato di confrontarsi sportivamente con l’israeliano Sagi Muki, che ha poi vinto l’oro. Alla Radio militare israeliana, il presidente della Federazione Israeliana Judo (Ijo), Moshe Fonti ha spiegato che “abbiamo sentito dire che aveva chiesto al responsabile della Federazione iraniana di Judo di garantire la sicurezza della sua famiglia”, ma “da quello che abbiamo capito poco dopo uomini dei servizi iraniani sono andati a casa sua in Iran e si sono presentati” all’arena di Tokyo per un “avvertimento”. Della vicenda scrive oggi Repubblica.

Calcio femminile, Italia batte Israele. È finita 3 a 2 in favore delle azzurre la combattuta sfida a Tel Aviv tra la selezione italiana e quella israeliana. Una partita dura con Israele inizialmente in vantaggio ma poi recuperata e sorpassata dall’Italia. A raccontare il match, Gazzetta e Corriere dello Sport.

Germania, pericolo estrema destra. Domenica in Germania si vota nei Länder orientali di Brandeburgo e della Sassonia da cui potrebbe arrivare un pericoloso scossone politico. “Per la prima volta dal dopoguerra un partito di estrema destra, con due capolista dai trascorsi sfacciatamente neonazisti e revisionisti, potrebbe conquistare ad un’elezione regionale il 20 e più per cento dei voti e – nella peggiore delle ipotesi non del tutto esclusa dai sondaggi – diventare addirittura prima forza politica”, il funereo quadro dipinto oggi da La Stampa.

Famiglie tedesche, passato e responsabilità. Tra i protagonisti del Festivaletteratura di Mantova ci sarà Nora Krug, autrice di Heimat (Einaudi), il graphic novel dedicato all’intreccio tra storia familiare e responsabilità durante il nazismo. A conversare con l’autrice sul significato di indagare le responsabilità individuali, Tonia Mastrobuoni sul Venerdì di Repubblica. “Non è solo importante sapere cosa ha fatto Hitler, ma anche cosa ha fatto mio nonno. Al concetto di colpa preferisco quello di responsabilità. – spiega Krug – Il mio tentativo è quello di non sentire sempre e solo la colpa di essere tedesca, ma la responsabilità di chi conosce il proprio passato per essere certo che certe cose non si ripetano”.

Daniel Reichel twitter @dreichelmoked