“Israele pronto a ogni scenario”

Tensione alta, ma stabile, al confine tra Israele e Libano. Anche in considerazione delle imminenti elezioni l’ipotesi bellica resta in un angolo. Ma, a detta degli analisti, anche tenendo conto del fatto che Hezbollah potrebbe persistere con azioni aggressive, non è comunque del tutto da scartare. “Siamo stati attaccati con alcuni razzi anticarro, abbiamo reagito sparando 100 proiettili di artiglieria, con attacchi aerei e con altri mezzi. Sulla base degli sviluppi decideremo il da farsi” ha detto ieri il Premier Benjamin Netanyahu, commentando gli sviluppi di una giornata che, per alcune ore, ha fatto temere per il peggio. “Nessuna vittima e nessun ferito” ha poi sottolineato, smentendo false notizie fatte circolare dal gruppo terroristico in seguito all’attacco missilistico compiuto.
“Tutti coloro che cercano di farci del male – la riflessione del Capo dello Stato Reuven Rivlin – dovrebbero sapere che siamo pronti e disposti a difendere i cittadini di Israele ovunque si trovino, senza esitazioni. Siamo preparati e preferiremmo non mostrare quanto lo siamo. Il confine può essere tranquillo solo da entrambi i lati”. Significativo al riguardo l’incontro avvenuto a Tel Aviv tra il comandante dell’esercito israeliano Aviv Kohavi e il generale Stefano Del Col, che dall’agosto del 2018 guida la missione Unifil in Libano. Nell’occasione Kohavi ha chiesto all’Unifil e al governo libanese il massimo sforzo per arginare l’influenza iraniana nella regione, ritenendo quanto avvenuto nella giornata di domenica un fatto di estrema gravità. “L’esercito – ha poi aggiunto – è pronto per qualsiasi scenario”.
Per il momento alla tempesta segue una calma apparente. E così a far parlare, in Israele, sono adesso soprattutto questioni di politica interna. A due settimane dal voto da segnalare le parole del principale sfidante di Netanyahu, Benny Gantz, che ha smentito l’ipotesi di un possibile governo allargato con la presenza al fianco sua e del premier uscente. “Con tre o quattro procedimenti giudiziari a suo carico – ha detto Gantz – Netanyahu non può fare il primo ministro”.
Un altro caso sembra intanto destinato ad infiammare l’opinione pubblica. La Corte internazionale di giustizia dell’Aja sembra infatti intenzionata ad approfondire nuovamente i fatti della Mavi Marmara, che nel 2010 portarono all’apertura di una crisi mai risolta tra Israele e Turchia.

(2 settembre 2019)