Il voto e i manipolatori
La realtà non è mai monotona, è per questo è sempre interessante, mai noiosa. La realtà, per questo, ti mette sempre di fronte a interrogativi, che spesso sono dubbi.
Se, ad esempio, ogni tot anni si vota per contarsi politicamente, e da quel conteggio, a quella precisa data, ne esce un certo rapporto proporzionale fra i partiti, sul quale rapporto, qualsiasi esso sia, si dovranno formare il governo o i governi durante quella legislatura parlamentare, legittimata esattamente da quel voto, è poi ugualmente legittimo, all’interno di quella legislatura, chiedere che ci si riconti per verificare che nel frattempo, in un giorno qualsiasi, il rapporto proporzionale fra i partiti non sia cambiato? E ogni quanto tempo si potrà chiedere che ci si riconti? E quante volte in una legislatura?
Dato poi ai partiti il potere rappresentativo da parte di chi li ha rispettivamente votati, sarà lecito o pretestuoso che, all’interno di un partito, con il pretesto di realizzare la democrazia attiva, ci si riconti di continuo attraverso una incontrollabile piattaforma (forse controllabile solo da qualcuno), per verificare che il popolo sia d’accordo con la politica di coloro che quel popolo ha votato perché lo rappresentino?
Insomma, chi sta cercando di manipolare i principi del voto elettorale e di convincere un popolo che demagogia, circuizione e arbitrio sono la migliore realizzazione della democrazia?
Si sarebbe potuto pensare che la politica ci avesse già offerto tutto il peggio a sua disposizione. Ma la realtà non è mai monotona, e noi ce n’eravamo dimenticati.
Dario Calimani, Università di Venezia
(3 settembre 2019)