L’orchestra di Israele emoziona Milano
Mezzo secolo insieme. Una lunga storia d’amore, quella tra Zubin Mehta e la Israel Philharmonic Orchestra, festeggiata ieri a Milano, al Teatro alla Scala, con il concerto inaugurale di MITO SettembreMusica, il festival di musica classica che si svolge annualmente tra il capoluogo lombardo e Torino e che ha voluto affidare l’onore dell’apertura al grande direttore d’orchestra indiano e al sodalizio che è massima espressione artistica dello Stato ebraico, con il compito di dar vita alle note di Ludwig van Beethoven ed Hector Berlioz. Emozioni intense in questa nuova prova, intitolata “Mondi”, che ha messo a confronto due visioni diverse dell’arte: Beethoven scrive infatti musica che rappresenta solo se stessa e cura l’architettura della forma in modo certosino. Berlioz vuole invece dimostrare che un’orchestra è capace di raccontare storie e infila tra i pentagrammi la sua tormentata vicenda d’amore.
Per la Israel Philharmonic Orchestra un legame che, in queste ore, si rinnova con l’Italia. Fondata nel 1936 da Bronislaw Huberman, a dirigerla nel primo concerto del 26 dicembre di quell’anno ebbe infatti il Maestro Arturo Toscanini. Un raggio d’azione che da allora si è gradualmente ampliato. La Israel Philharmonic Orchestra suona infatti nelle stagioni concertistiche di Tel Aviv, Gerusalemme e Haifa, in eventi speciali e in diverse tournée in Israele. Ma si esibisce anche regolarmente in tutti i centri culturali e nei festival più prestigiosi del mondo; in molte occasioni si adopera per promuovere la musica dei compositori israeliani con prime esecuzioni assolute, e ha contribuito all’integrazione dei nuovi immigrati includendoli nelle proprie file.
È il 1969 quando Mehta ne diventa consigliere musicale; nel 1977 invece la nomina a direttore musicale, trasformato in incarico a vita quattro anni dopo. In una recente intervista, il Maestro ha ricordato il momento più emozionante di questi 50 anni. “Febbraio 1991, il concerto durante la guerra del Golfo, con i missili di Saddam Hussein che cadevano su Israele. In programma c’era il Concerto per violino di Brahms, con Isaac Stern solista. La musica è il nostro cibo dell’anima, non possiamo vivere senza. Abbiamo indossato la maschera antigas: il pubblico, l’orchestra, Stern e anch’io”.
(4 settembre 2019)