L’armonia col creato

francesco bassanoJonathan Safran Foer, il quale anche quest’anno sarà tra i protagonisti al Festival della Letteratura di Mantova, è forse più conosciuto al grande pubblico per i suoi tre romanzi – “Ogni cosa è illuminata”, “Molto forte e incredibilmente vicino…” e “Eccomi!”- . In realtà, a distanza di dieci anni ha scritto anche due importanti saggi che concernono il consumo di carne e l’esortazione a una modifica dei nostri stili di vita per salvare il mondo dalla catastrofe ambientale, “Se niente importa” e il recente “Possiamo salvare il mondo, prima di cena”. Negli Stati Uniti Safran Foer creò anche un ampio dibattito all’interno dell’ebraismo americano con la pubblicazione di un DVD dal titolo “If this is kosher”, nel quale vennero criticati presunti abusi all’interno di alcuni impianti di lavorazione della carne kasher, in contrasto, secondo l’autore, con i fondamenti della stessa kasherut. La quale invece, avrebbe proprio come presupposto il benessere e la compassione nei confronti degli animali.
Nelle anticipazioni all’ultimo libro, tra cui mercoledì su Repubblica, Safran Foer ha affermato che al di là di tutti i piccoli gesti che potremmo fare per preservare il pianeta dovremmo partire da quattro cose che avrebbero un’importanza fondamentale: “Avere per lo più un alimentazione a base vegetale, evitare di viaggiare in aereo, ridurre l’uso della macchina e fare meno figli”. Delle esortazioni che certo sono più indelicate rispetto ai tradizionali “spengi la luce quando non serve” o “fai la raccolta differenziata”. Safran Foer comunque non è un neoluddista che vive da solo nei boschi ed invita gli esseri umani all’estinzione volontaria, vive a Brooklyn, ha due figli e per presentare i suoi libri, come confessa egli stesso, usa soprattutto l’aereo. Più che ad insegnarci come vivere, l’autore cerca soprattutto di portare i lettori a una maggiore presa di consapevolezza a proposito dell’impatto della nostra quotidianità sul resto del mondo. Ma tornando alla kasherut, penso che coloro che aderiscono a questo tipo di alimentazione riducano già parzialmente il consumo di carne evitando in questo modo di cibarsi di numerose specie animali tra le più consumate (come per esempio i suini), e non di rado soprattutto in viaggio molti ebrei diventano necessariamente vegetariani. Lo Shabbat inoltre, come ricordato spesso, ha tra i suoi fini la completa armonia con il creato, nel quale certamente i mezzi motorizzati non vengono usati.

Francesco Moises Bassano

(6 settembre 2019)