Da Firenze ad Assisi, per un sogno:
“In bici siamo tutti uguali”

Una scuola per giovani ciclisti, dove tutti sono accolti senza differenze di identità e religione: ebrei e musulmani, cristiani, credenti di altre fedi, non credenti. Il sogno di Ran Margaliot, ex general manager della Israel Cycling Academy, sta prendendo corpo. Uno spazio in cui far crescere il ciclismo in Israele, anche nel solco della strada aperta dal Giro d’Italia, ma anche valori e reciproca comprensione. Il tutto nel nome di Gino Bartali, il campione “Giusto”. 
La struttura, con sede allo Youth Village di Ben Shemen, luogo di formazione d’eccellenza da cui è transitato anche Shimon Peres, sarà ufficialmente inaugurata venerdì prossimo. Ma per la Gino Bartali Youth Leadership School è già tempo di far pedalare le bici verso il futuro. Proprio in queste ore oltre cinquanta cicloamatori giunti da tutto il mondo, insieme ad una selezione di ragazze e ragazzi iscritti alla scuola, stanno infatti ripercorrendo il tratto Firenze-Assisi frequentato da Gino sotto il nazifascismo.
Per la prima edizione della Bartali 180 Ride in svolgimento, che ha tra i suoi partecipanti Gioia, la nipote del plurivincitore di Giro d’Italia e Tour de France, il via stamane dal giardino della sinagoga di via Farini dove ad accogliere il colorato gruppo c’erano, in rappresentanza della Comunità ebraica, il presidente David Liscia e il Consigliere Dario Bedarida. Al via della corsa non competitiva, i cui proventi serviranno a finanziare la scuola e che è organizzata assieme ai cofondatori di ChronoPlus Gabriele Mirra e Paladino Meschi, anche un corridore davvero speciale: Paul Alexander, 81 anni, che sfuggì alla Shoah grazie a una intuizione della madre che lo consegnò a un’infermiera volontaria che stava salendo a bordo di un treno che avrebbe lasciato la Germania nazista. Un viaggio, da Berlino a Londra, che recentemente ha ripercorso proprio in sella a una bici.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(8 settembre 2019)