Tolleranza zero contro l’odio
Credo fermamente che dovremmo dimenticare questi ultimi due anni in cui l’odio è divampato liberamente, in cui il razzismo ha rialzato la sua laida testa, in cui i deboli, i disabili, i malati sono stati abbandonati alle violenze. In cui è bastato dirsi amico di Israele per poter dirsi a voce alta antisemita. Dimenticare per ricominciare. Ma ci sono fatti che accadono che ci fanno pensare che sia troppo tardi, che sia avvenuto nella società un cambiamento, un riaffiorare forse soltanto di pulsioni al male censurate e represse, che ci vorrà molto molto tempo a guarire. Perchè proprio di guarigione si tratta. Di guarire una società malata. Questo sconforto mi viene, naturalmente, dal recente episodio del bambino di tre anni dalla pelle scura preso a calci perché si era avvicinato alla carrozzina di un neonato dalla pelle chiara. Per favore, autorità, giudici, andate a fondo delle motivazione che possono avere spinto ad un gesto simile: il razzismo. Non togliete a quel gesto le aggravanti che si merita. Se vogliamo ricominciare, tolleranza zero verso gesti simili. So che la repressione non basta, ma non possiamo consentire al fatto che, mentre cerchiamo di rieducare e guarire questo nostro mondo, intanto paghino i più deboli. Che paghino intanto gli aggressori, poi, solo poi, penseremo a convincerli e a guarirli.
Anna Foa, storica
(9 settembre 2019)