Sogno e realtà
Come ha riportato recentemente su queste pagine Stefano Jesurum, Amos Oz amava ripetere che la realtà nasce dai sogni e che per questo credere nei sogni è tanto importante. In alcune occasioni, però, lo scrittore israeliano non si è fermato qui e ha legato il sogno a un altro nucleo fondamentale su cui ha a lungo riflettuto e scritto, quello del tradimento. Il sogno, tema scelto quest’anno per la Giornata europea della cultura ebraica che si svolgerà domenica prossima in centinaia di località in Italia e altrove, ha una funzione cosmopoietica, riesce cioè a dare ordine e forma, cioè realtà, alla materia indistinta e mescolata del tohu vavohu, il caos che racchiude intimamente tutte le possibilità ma, per esprimerle, ha bisogno di una direzione, un’idea, un sogno appunto. Il sogno è atto demiurgico, forma che plasma la materia, scintilla divina.
Il sogno è indispensabile alla realtà, ma da solo non basta. Nell’istante stesso in cui dal sogno scaturisce la realtà, infatti, il primo è già tradito. Può sembrare un paradosso, ma è inevitabile che vada così, perché la realtà è una lotta con la molteplicità e le contraddizioni del mondo, non può permettersi un’esistenza isolata e immacolata di cui solo i sogni godono. La realtà è perciò sempre imperfetta, il sogno invece può essere perfetto, non stupisce allora che questo affascini, quella tanto spesso deluda. Nelle prime pagine di “Una storia di amore e di tenebra” Oz racconta che da piccolo sognava, oltre le colline della tenebra, una stirpe di eroi, i giovani dei kibbutzim, agili e abbronzati, ottimisti, capaci di andare incontro al futuro e di far fiorire da una landa abbandonata per secoli una meravigliosa nazione. Molte pagine più avanti, invece, vediamo Oz scegliere di lasciare Gerusalemme e, entrando in kibbutz, di andare alla terra in prima persona: rinuncia alla perfezione del sogno per una realtà piena di asprezze ma anche di soddisfazioni.
La trasformazione del deserto in una splendida oasi è un sogno. Come sogni sono la fondazione di un paese all’insegna della giustizia e della coabitazione armoniosa dei diversi, oppure una pace perfetta. La realtà che dal sogno nasce è invece un deserto macchiato da chiazze di verde; un paese vibrante di energie, ma anche di difficoltà e contraddizioni; forse, un giorno, una pace imperfetta frutto di difficile compromesso. Realtà è insomma saper sognare, ma anche avere la forza di rinunciare ai propri sogni.
Giorgio Berruto
(12 settembre 2019)