“Il Mossad ha spiato Trump”

rassegnaPer almeno due anni il Mossad avrebbe spiato Donald Trump e la cerchia dei suoi collaboratori più stretti. Eco internazionale per la rivelazione del quotidiano online Politico, ripresa anche da alcuni quotidiani italiani.
“Non è la prima volta – scrive La Stampa – che Paesi alleati si spiano fra loro. Clamoroso è stato il caso dei cellulari di Angela Merkel intercettati dall’Nsa americana. Trump non ha fatto trasparire irritazione. Netanyahu, dalla Russia, ha negato”.
“Il nemico ti ascolta: l’amico pure. E pazienza – si legge su Repubblica – se da quando Donald Trump ha deciso di spostare l’ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme i legami col premier israeliano Benjamin Netanyahu sono più cordiali che mai”.

La diplomazia americana è intanto al lavoro per organizzare il vertice Trump-Rouhani, che dovrebbe tenersi nei prossimi giorni. Sottolinea il Corriere: “L’occasione è propizia, in campo neutro: l’Assemblea generale dell’Onu che comincia il 23 settembre a New York. Secondo le ricostruzioni più quotate, John Bolton avrebbe deciso di lasciare il posto di Consigliere per la sicurezza nazionale perché decisamente contrario a questo passo, all’apertura del dialogo politico, senza precondizioni, con l’Iran”. Bolton, prosegue il Corriere, “aveva fatto leva anche sull’opposizione del premier israeliano Benjamin Netanyahu”.

Jason Greenblatt, tra gli artefici del piano di pace per il Medio Oriente, si appresta a lasciare l’incarico. Al suo posto dovrebbe essere designato Avi Berkowitz, definito dal Fatto Quotidiano “un trentenne privo di esperienza in ambito geopolitico” ma da tempo amico e assistente fedele di Jared Kushner. “La relazione di Berkowitz con la famiglia Trump – si legge ancora – è iniziata sette anni fa a Phoenix, in Arizona, durante le celebrazioni della Pasqua ebraica. È lì che legò con Kushner, anche grazie alla comune appartenenza a famiglie americane di religione ebraica ortodossa. Berkowitz, come il potente amico, parla l’ebraico e ha vissuto due anni in Israele”. I genitori dei due amici, prosegue Il Fatto, “sono anche sostenitori e finanziatori delle colonie ebraiche in Cisgiordania, ritenute illegali dall’Onu”.

Domenica appuntamento con la ventesima edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica, con Parma città capofila e il tema “Sogni, una scala verso il cielo” che sarà declinato in 88 località. “Sognare è un esercizio complicato. Richiede la capacità di visualizzare prospettive possibili imparando a gestire variabili non immediatamente chiare. È – scrive tra gli altri Avvenire – una sfida lanciata al futuro”.

“Il razzismo negli stadi va sconfitto ma per riuscirci, ancor prima che leggi dello Sport, serviranno quelle dello Stato, deterrenti che aiutino a frenare queste insane abitudini: si faccia come in Inghilterra, si proceda con le espulsioni, anche a vita se necessario, altrimenti rischieremo di essere prigionieri di minoranze che potrebbero moltiplicarsi”. È la proposta di Kalidou Koulibaly, il campione del Napoli più volte vittima di episodi razzisti, in una intervista con il Corriere dello Sport.

Sulle pagine romane di Repubblica una storia di coraggio al tempo delle persecuzioni nazifasciste. A raccontarla è Gabriele Sonnino, che fu salvato bambino dal lattaio Francesco Nardecchia, una istituzione del Portico d’Ottavia di allora. “Chi salva una vita, salva il mondo intero” afferma Sonnino, citando il Talmud.

In uscita con Guanda un graphic novel dedicato ad Hannah Arendt, opera del disegnatore americano Ken Krimstein. L’opera, anticipa il Venerdì di Repubblica, “racconta la storia della vita di Arendt, e lo fa affrontando le questioni che ha posto, le domande che non hai mai smesso di rivolgere a se stessa e al dibattito pubblico”.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(13 settembre 2019)