Ebrei a Parma, una storia affascinante
Chi sono gli ebrei di Parma, quale la loro storia, quali i loro sogni e le loro speranze?
A raccontarlo è il dossier Parma, pubblicato sul numero di Pagine Ebraiche di agosto e realizzato appositamente per la Giornata della Cultura Ebraica di cui la città emiliana è stata capofila per l’Italia. “Essere piccoli in molte cose è uno svantaggio. Ma in altre ti dà una più facile operatività, soprattutto nella relazione con la società esterna. Qui i rapporti sono ottimi con tutti. E questo ci dà la possibilità di essere ancora più efficaci, anche come baluardo ebraico in un territorio molto attento alle nostre sollecitazioni” afferma Riccardo Joshua Moretti, compositore e direttore d’orchestra, oltre che presidente della Comunità ebraica locale.
Un baluardo che si è consolidato nel tempo, come testimoniano le voci dell’ex presidente Giorgio Yehuda Giavarini e l’impegno di alcune figure femminili che, anche nel segno della multiculturalità, ne sono l’anima. Dalla vicepresidente Susanna Bondì, romana, all’ex presidente dell’Adei Wizo locale Colette Abitan, nata invece in Marocco. Tra i punti di forza l’intenso lavoro che viene svolto assieme ad alcune realtà di richiamo nazionale come ad esempio la Biblioteca Palatina, che conserva una delle più preziose collezioni di manoscritti ebraici al mondo e che è stata scelta come punto di partenza degli eventi della Giornata. “Una miniera di spunti formidabile” conferma Roberta Tonnarelli, dipendente della Comunità e catalogatrice per l’Emilia Romagna per conto della Fondazione Beni Culturali Ebraici in Italia. Testimonianze antiche che, come vi raccontiamo, hanno trovato la strada di una collaborazione strategica con il Museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah di Ferrara. Come nel caso del Sefer halakot, il libro di leggi elaborato da Yitzhaq Alfasi e corredato di commenti che, ospitato in questi mesi all’interno della mostra “Il Rinascimento parla ebraico”, lascia trapelare almeno due elementi: da un lato la profonda influenza che il gusto quattrocentesco aveva sui testi sacri ebraici e dall’altra la dimostrazione di un ebraismo vibrante attaccato alla Halakhah, la Legge ebraica. Non ha i tesori della Palatina, ma anche il Museo ebraico di Soragna è un gioiello. Nel nome l’omaggio al suo fondatore Fausto Levi. Un impegno appassionato e commovente quello che portò l’allora presidente della Comunità a mettere in salvo le vestigia degli antichi nuclei, da tempo scomparsi, di Busseto, Fiorenzuola, Cortemaggiore, Monticelli D’Ongina. Ma l’ebraismo a Parma è anche identità viva, come testimoniano alcune iniziative che hanno avuto un buon successo. Dall’ospitalità offerta durante l’ultimo Limmud Italia a una giornata di riflessione sulla Tefillah in sinagoga che ha coinvolto diversi Maestri.
(15 settembre 2019)