Israele domani al voto

rassegnaTesta a testa tra il Likud di Netanyahu e Blu e Bianco di Gantz. Gli ultimi sondaggi, per le elezioni israeliane in programma domani, sono nel segno dell’incertezza. Per entrambi (alleati inclusi) la soglia dei 61 seggi su 120 in palio sembra una chimera. Stando a quanto hanno fatto trapelare i suoi più stretti consiglieri, Gantz punterebbe a un accordo con il Likud (ma a patto che l’attuale premier esca di scena). Scrive al riguardo La Stampa: “Un terzo voto anticipato è inimmaginabile. E le seconde linee del Likud sono pronte a ‘sacrificare il loro leader per il bene del Paese e del loro partito’. Un nome circola su tutti, quello del pragmatico Gideon Moshe Saar”. Voci a confronto sul Corriere. Afferma lo scrittore Eshkol Nevo: “Per Israele domani sarà un giorno cruciale. Questa volta non si sceglie tra destra e sinistra. Si sceglie tra il Paese che noi conosciamo, in cui siamo cresciuti, che raccontiamo ai nostri figli, e un’entità nuova. Diversa. Estremista. Razzista. Fondamentalista”. Mentre lo storico Benny Morris contesta l’idea che in Israele la democrazia sia a rischio, riferendosi alle recenti valutazioni di alcuni analisti secondo cui Netanyahu sarebbe “un aspirante dittatore che negli ultimi anni ha eliminato, o gravemente indebolito, vari ostacoli che impedivano il suo cammino verso un regime autoritario”. Sottolinea Morris: “Io non credo che simili analogie storiche abbiano il benché minimo fondamento”. 

L’attacco iraniano contro due importanti industrie petroliferi saudite riaccende la tensione tra Washington e Teheran mentre le diplomazie sono al lavoro per l’organizzazione di un possibile incontro, annunciato negli scorsi giorni, tra Trump e Rouhani. Il regime ha smentito un coinvolgimento nell’attacco, pur lanciando ieri diversi messaggi minacciosi. “Tutti dovrebbero sapere che le basi americane e le loro portaerei fino a una distanza di 2000 km sono nel raggio dei nostri missili” ha detto tra gli altri Amir Ali Hajizadeh, comandante delle forze aeree dei Guardiani della rivoluzione islamica, le cui parole sono riportate dalla Stampa

Insulti antisemiti all’indirizzo di Gad Lerner, ieri a Pontida per seguire il consueto incontro annuale della Lega. “Ancora una volta dobbiamo registrare un attacco alla stampa inaccettabile in un paese democratico. La libertà di informazione è un diritto che va difeso da qualsiasi tentativo di intimidazione” si legge nel comunicato della direzione di Repubblica. Mentre il Comitato di redazione, in un’altra nota, denuncia: “Al raduno leghista di Pontida è andata in scena l’ennesima dimostrazione di qual è la concezione di democrazia e di stampa libera diffusa tra dirigenti e militanti del partito guidato da Matteo Salvini”. Di diverso avviso La Verità, che titola: “Lerner in cerca di insulti”. 

Su Repubblica, l’ex direttore Ezio Mauro presenta il saggio Storia senza perdono di Walter Barberis in libreria da domani con Einaudi.  “Come nasce la scintilla della coscienza, che dal fuoco dell’esperienza individuale incendia la memoria collettiva? È un passaggio travagliato, faticoso, pudico ma insieme invadente. Nulla – scrive Mauro – spiega questa tensione tra il dovere della testimonianza e il tormento del ricordo più della Shoah”. 

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(16 settembre 2019)