Oltremare – La zucca

daniela fubiniCon tutto il turbine di notizie politiche in Israele, negli USA e in Italia, devo ammettere che la mia priorità al momento è invece la ricerca della zucca perfetta. Capisco che questo possa suonare come una dichiarazione di perfetta follìa, ma Rosh HaShanah è alle porte, e con tutta la biblica pazienza che ci vuole a vivere in Israele interessandosi di politica, l’idea di farci votare così vicino alle Feste è pura tortura. E io non ho ancora trovato la zucca giusta per la cena di Rosh HaShanah, cosa molto ma molto più urgente di qualunque coalizione da comporre alla Knesset, con o senza ultraortodossi, con o senza Lieberman, vorrei sottolineare.
Il fatto è che son cresciuta frequentando assiduamente la cucina di mia nonna, che nella sua essenza era ferarrese, anche se si trovava fisicamente al Lido di Venezia. E in quella cucina, all’inizio dell’autunno si cucinava la zucca barucca, che ho sempre immaginato in testa con le maiuscole, sua maestà la Zucca Barucca. Verde scura e bitorzoluta fuori, arancione e morbida dentro, con grappoli di semi bianchi che si mettevano da parte per tostarli in forno a parte. La zucca la si faceva sfatta, prima passata in forno a prerdere l’acqua se necessario e poi in pentola a diventare una specie di puré parve: se veniva dolce era un portafortuna per la dolcezza dell’anno nuovo, e se no era colpa della stagione, troppo presto per una Zucca Barucca come si deve.
Gli anni mi hanno portata prima a New York, dove per quattro autunni consecutivi non ho mancato occasioni di visitare mercati e ogni possibile negozio di primizie, ma non ho mai trovato la regina delle zucche e mi sono adattata con zucche mai viste prima, allungate o tonde, o facendo sfatte le patate arancioni comperate dai messicani. Che almeno il colore coincidesse. E poi qui in Israele, dove per alcuni anni ho pensato di dover lasciare ogni speranza, e poi ho iniziato a comperare qualunque zucca, per quanto liscia o anche di colore totalmente diverso dalla barucca, e finalmente la magia si è prodotta. In un mercatino stagionale accanto a casa ne ho trovata una che sotto mentite spoglie (sferica, liscia e verdolina), una volta aperta si comporta nella pentola quasi esattamente come la Zucca Barucca.
Da questo si impara che in Israele le cose a volte hanno forma e aspetto diverso da quello atteso o desiderato, ma la sostanza tiene botta. Ora però devo trovarne una uguale per quest’anno.

Daniela Fubini

(16 settembre 2019)