Orban infiamma Atreju
“Da noi zero immigrazione”

rassegnaGrande feeling tra il Premier ungherese Viktor Orban e i sostenitori di Fratelli d’Italia, che l’hanno accolto nel consueto appuntamento annuale di Atreju che ieri ha avuto tra i suoi ospiti anche il Primo ministro Giuseppe Conte. Racconta La Stampa: “Il Premier ungherese incanta la platea della festa romana di Fratelli d’Italia disegnando un ideale filo di continuità tra il vecchio anticomunismo e la nuova narrazione sovranista, la difesa dei confini, il rifiuto dell’ideologia dell’integrazione”. Orban, si legge ancora, “ha confermato che l’Ungheria non si farà carico in nessun caso di quote di redistribuzione di migranti, è disposta ad aiutare i Paesi nei guai con un contributo ai rimpatri, niente di più, non crede alla possibilità di integrare persone che arrivano da altre culture, non crede che fuggano dalla guerra”. Introducendo il Premier Conte, Giorgia Meloni ha detto alla platea: “Chi ha un’identità forte non ha paura di confrontarsi anche con chi è distante da noi. Vi chiedo un applauso per Giuseppe Conte, che è qui per un atto di coraggio e non era scontato”. Raccomandazione solo in parte rispettata. “Nonostante l’avviso preliminare – spiega il Corriere – il premier si prende qualche epiteto a colori, da ‘Pinocchio’ a ‘schiavo della Merkel’, da ‘bugiardo’ fino a ‘presidente Badoglio’: per chi ha Mussolini nel cuore, il traditore per antonomasia”. 

Missione di Intesa Sanpaolo in Israele nel quadro delle attività realizzate da The Floor, il principale hub fintech israeliano del quale Intesa è partner fondatore. “Al numero 2 di Achutaz Bait street nel palazzo di vetro e acciaio della Borsa di Tel Aviv – spiega il Corriere – uomini e donne dell’hi-tech di sei delle principali banche internazionali sono di casa. Nel loft che si affaccia sul salone delle ‘grida’, luce e colori, aree relax e partitelle a calcio balilla, i banchieri di ultima generazione, se così si può dire, scambiano saperi ed esplorano le nuove frontiere dell’innovazione. Concorrenti sui mercati, dialoganti in laboratorio”. 

Romano Prodi parla sul Messaggero delle recenti elezioni israeliane. “Forse solo Israele offre un quadro politico più complicato di quello italiano: le ultime elezioni lo confermano” scrive l’ex Presidente del Consiglio. A proposito delle conseguenze del possibile passaggio di leadership da Netanyahu a Gantz inoltre osserva: “La più certa e importante è la fine del lungo potere egemonico di Netanyahu, continuamente in lotta con la minoranza palestinese, dato il suo proposito di annettere allo Stato di Israele la West Bank, cioè le tradizionali regioni della Giudea e della Samaria. Allo stesso modo questo cambiamento dovrebbe almeno rallentare la costruzione del muro che non solo separa gli israeliani dai palestinesi, ma divide in modo del tutto crudele e inaccettabile i palestinesi stessi fra di loro”. Molto più difficile, sostiene Prodi, “è il ritorno ad una strategia di creazione di due Stati”. 

Ancora un episodio di razzismo. Vittima un ragazzo nigeriano, colpito (anche con dei bastoni) da due giovani di Anzio. “L’hanno visto passare sotto casa, vicino alla stazione. E hanno deciso di picchiarlo. Così, senza un motivo apparente, se non quello razzista che ora la procura sta valutando” scrive il Corriere, che dà spazio anche all’appello a non abbassare la guardia contro il razzismo formulato in serata dalla presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello. 

Si svolgerà oggi una nuova edizione della Rome Half Marathon Via Pacis, la corsa interreligiosa che passerà davanti ai luoghi delle principali confessioni religiose cittadine, tra cui il Tempio Maggiore. “Tutti di corsa per la pace” sottolinea Repubblica

Ottanta anni fa moriva Sigmund Freud, il padre della psicoanalisi. Scrive lo psichiatra e psicoterapeuta Giancarlo Dimaggio, sulla Lettura del Corriere: “La sua opera è superata per alcuni aspetti, ma continua a dare frutti. Ci ha insegnato a considerare la centralità dei processi inconsci, l’importanza delle esperienze infantili, i meccanismi d’interazione tra paziente e terapeuta, il potere dell’angoscia e dei modi in cui cerchiamo di placarla”. 

Sul domenicale del Sole 24 Ore viene presentato Un popolo come gli altri. Gli ebrei, l’eccezione, la storia, la raccolta di interventi e recensioni dello storico Sergio Luzzatto appena pubblicata da Donzelli. “Più ancora che dalla premessa autobiografica – si legge – lo spirito del libro emerge dalle letture dell’autore: vaste, varie e spregiudicate”.

La Lettura del Corriere presenta L’anima ciliegia, l’ultimo romanzo di Lia Levi in uscita nei prossimi giorni. La scrittrice, viene spiegato, sorprende i lettori e cambia sfondo: la vicenda della protagonista e della sua numerosa famiglia intercetta infatti “quasi sessant’anni di storia italiana, nonché la parabola della sinistra del nostro Paese, dalla lotta partigiana alla svolta della Bolognina”. 

(22 settembre 2019)