Israele, la lista araba con Gantz ma la maggioranza è lontana
Dal primo giro di consultazioni del Presidente Reuven Rivlin con i partiti entrati alla Knesset è emersa una novità: la Lista unita, composta da tre partiti arabi e terza forza in parlamento con 13 seggi , ha deciso di raccomandare il leader di Kachol Lavan Benny Gantz com prossimo Premier. Come riportano i quotidiani italiani, la decisione della compagine araba “rompe un tabù lungo decenni: non appoggiare candidati sionisti” (Repubblica). “Il problema per Gantz è che però anche con la Lista araba il centrosinistra non arriva ai 61 seggi necessari a una maggioranza. – spiega La Stampa – E un’eventuale alleanza con gli arabi esclude quella con il nazionalista Lieberman e anzi potrebbe spingere ‘l’ago della bilancia’ a riallacciare con Netanyahu”. Intanto il Presidente Rivlin ha chiarito quale sia il suo obiettivo, puntualizzando che “il primo e secondo partito sono quasi uguali come forza” (Kachol Lavan 33 seggi, Likud 31) e dovrebbero “unirsi per creare un sistema stabile” ed evitare “una terza elezione anticipata”.
Tutti al Palazzo di Vetro. La questione iraniana sarà al centro dell’agenda dell’Assemblea Generale dell’Onu che inizia domani a New York (oggi al via il Climate Action Summit, disertato dagli Usa) e vedrà i principali capi di stato e di governo riuniti nel Palazzo di Vetro. “Washington cerca appoggi per costringere Teheran ad accettare un negoziato senza condizioni. L’alternativa è una pericolosa escalation nel Golfo”, scrive il Corriere delineando gli interessi dei tre maggiori protagonisti dello scontro: Usa, Iran e Arabia Saudita. Quest’ultima considera ineluttabile lo scontro con l’Iran ma, l’analisi del Corriere, “l’idea è di mettere fuori gioco Teheran non necessariamente con una guerra vecchio stile, che devasterebbe l’intera regione. Bin Salman punta a fiaccare, isolare e infine portare al collasso il governo degli ayatollah. Come? Semplicemente costruendo un asse imbattibile con Israele, appoggiato dagli americani”. Per parte sua, l’Iran si affida al presidente Rohani che annuncia di voler proporre un “piano di pace per la regione”. “L’idea è di presentare il progetto al Palazzo di Vetro, per la massima visibilità, anche se i contorni sono vaghi – sottolinea La Stampa – e Rohani si è limitato ad anticipare che sarà “un’iniziativa che coinvolgerà i Paesi della regione al fine di formare una coalizione per la speranza che garantisca la sicurezza”.
Ancora razzismo negli stadi italiani. “In Italia la situazione non è migliorata e questo è grave: il razzismo si combatte con l’educazione, condannando e parlandone. Non si può avere razzismo nella società e nel calcio”, la presa di posizione del presidente della Fifa Gianni Infantino dopo l’ennesimo caso di cori razzisti negli stadi italiani (La Stampa). Dopo quanto accaduto a Lukaku e Kessie un nuovo episodio si è infatti verificato durante Atalanta-Fiorentina contro il viola Dalbert e l’arbitro ha fermato la partita per 3 minuti. “Bisogna condannare il razzismo, ma i cori non li ha sentiti nessuno. – la tesi dell’allenatore dell’Atalanta Gasperini – Poi se qualche imbecille ha detto qualcosa e l’ha insultato è diverso. È grave, succede in tutti gli stadi, anche a Firenze ti insultano: bisogna stare attenti”.
Aggressione razzista ad Anzio, decide il gip. Per l’aggressione al nigeriano di 24 anni ad Anzio, comparirà oggi davanti al giudice un ragazzo di 18 anni per la convalida del fermo. Il gip deve decidere se c’è l’aggravante dell’odio razziale per il pestaggio ai danni della vittima, compiuto dal 18enne e da un altro ragazzo. Il Corriere Roma riporta la vicenda, che ha innescato anche uno scambio tra l’amministrazione di Anzio e la Comunità ebraica di Roma sul problema del fascismo e del razzismo nella città laziale.
80 anni senza Freud. Il 23 settembre 1939 moriva nella sua casa a Londra il padre della psicanalisi Sigmund Freud. Lo ricorda oggi un’ampia pagina di Repubblica, Vittorio Lingiardi, citando una poesia di Wystan Auden dedicata proprio a Freud. “Un ‘ebreo importante che moriva in esilio’, continua il poema, che ha cambiato il mondo per sempre ‘semplicemente guardando indietro senza falsi rimpianti’. Uno che sbagliava spesso, che ‘a volte era assurdo’, che aveva vissuto tra nemici e per questo poteva difensivamente assumere una ‘posa autocratica’, una ‘severità paternalistica’. Soprattutto, ‘in suo nome viviamo vite diverse’”.
La nuova vita del kibbutz. “Con acceleratori di startup al posto delle serre e spazi di co-working al posto della sala per le assemblee, i kibbutz non attraggono più attraverso il fascino del lavoro nei campi, ma restano un punto di partenza per il rinnovamento interiore, grazie a una vita comunitaria sempre più focalizzata sulla sostenibilità, sulle tecnologie per la gestione delle risorse e per la protezione della natura”. È il racconto della nuova vita dei kibbutzim israeliani raccontato sull’inserto Economia e Lavoro del Quotidiano Nazionale.
Segnalibro. Il Corriere presenta il nuovo libro di Paolo Mieli dedicato a fakenews vecchie e nuove: Le verità nascoste. Trenta casi di manipolazione della storia, il titolo del volume che esce domani per Rizzoli. Su Repubblica Napoli spazio invece al graphic novel I colori dell’anima di Ilaria Ferramosca e Gian Marco De Francisco dedicato a Charlotte Salomon, pittrice tedesca di origini ebraiche che finì “i suoi giorni nel lager di Auschwitz a soli ventisei anni, e con un bimbo in grembo”.
Equiparazioni Ue. Continua, anche attraverso i giornali, la discussione sul testo votato al Parlamento europeo della risoluzione “sull’importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa”. “Testo dove, più o meno tra le righe, si equipara il nazismo al comunismo. – spiega Repubblica – Lo si è fatto partendo da un assunto storico discutibile, cioè che la seconda guerra mondiale fosse scoppiata per via del patto Molotov-Ribbentrop tra Urss e Germania nazista; omettendo i 22 milioni di morti dell’Unione Sovietica per sconfiggere Hitler, menzionando solo due volte la parola ‘fascismo’ in tutto lo scritto dove, concludendo, ci si impegna a ‘contrastare le organizzazioni che incitano all’odio e alla violenza negli spazi pubblici e online’”.
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked