L’Ue e il giudizio sui totalitarismi
Il documento votato dal Parlamento Europeo che sostanzialmente equipara nazismo e comunismo sta suscitando ovunque molte polemiche. Che si arrivasse, in un’Europa risultante dalla fusione dell’Europa occidentale e di quella ex comunista, ad una riflessione estesa anche al totalitarismo comunista era evidente e necessario, dato il modo in cui quella memoria è stata ed è ancor oggi conculcata, come anche la repressione dell’attività dell’associazione Memorial in Russia ci dimostra. Ed è anche vero che non spetta ai politici dare interpretazioni storiografiche, come quella che attribuisce all’orribile patto Molotov Ribbentrop la responsabilità dello scoppio della guerra. Ma vorrei riprendere quanto suggerito sui social da Wlodek Goldkorn, che invita a scoprire chi erano Peretz Markish, David Hofstein, Itzik Feffer, Lejb Kvitko e David Bergelson: erano intellettuali ebrei, poeti e scrittori yiddish, bundisti e comunisti, che facevano parte del Comitato Ebraico Antifascista, creato da Stalin per trovare supporto internazionale all’Unione Sovietica dopo l’attacco di Hitler nel giugno 1941, presieduto dall’attore yiddish Solomon Michoels, insignito del premio Stalin nel 1946 e assassinato nel 1948 su ordine di Stalin. Nel 1952 anche gli altri furono arrestati sotto l’accusa di spionaggio e tradimento. Tredici di loro furono giustiziati il 12 agosto 1952 in quella che è rimasta nota come la notte dei poeti assassinati. Giusto discutere, ma teniamo presente nella discussione che stiamo parlando di totalitarismi.
Anna Foa, storica