Nazismo e comunismo
Credo che tutti sappiamo quanto i partiti comunisti occidentali abbiano contribuito al faticoso percorso di acquisizione dei diritti di lavoratrici e lavoratori e all’emancipazione democratica dei nostri Paesi. Così come è persino superfluo sottolineare le differenze fra nazismo e comunismo: la prima un’ideologia razziale fondata su sangue e suolo, la seconda un’idea universale che chiedeva il riconoscimento di diritti per milioni di persone che ne erano prive. Ciò nonostante, la decisione assunta dall’Unione Europea non appare solo un sacrosanto riconoscimento per i Paesi del nostro continente costretti a subire decenni di terrificante dittatura, ma anche il ribadire una linea di demarcazione in grado di distinguere la specificità europea. Fa pensare che mentre dalle nostre parti si va in questa direzione, gli ultimi anni hanno visto nella Russia putiniana una rivalutazione culturale della figura di Stalin e dell’era sovietica, intesa come ultima pagina di una grandeur da riconquistare. Una visione ispirata al modello dell’uomo forte al comando e delle virtù nazionali, ribadite ieri stesso da un leader come Donald Trump. Un messaggio ai sovranisti nostrani? Forse. E, grande paradosso, soprattutto ai quei leader dell’Est che hanno chiesto a gran voce l’equiparazione fra i grandi totalitarismi del Novecento.
Davide Assael