“Antico cimitero ebraico di Mantova,
valori non negoziabili da tutelare”

Torna ad accendersi l’attenzione mediatica sull’antico cimitero ebraico di Mantova, al centro del progetto di rigenerazione urbana Mantova Hub.
Alcune criticità emerse sono state il tema di un incontro che si è svolto nelle scorse ore tra rappresentanti del Comune, dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e dell’Assemblea dei Rabbini d’Italia.
“Nell’incontro il sindaco ha chiarito che sono previsti in tempi brevi lavori di scavo nel capannone 2, costruito sull’area cimiteriale, in profondità di 1,4 m con l’impianto di numerosi piloni. Questo intervento costituisce un’evidente profanazione delle sepolture sottostanti. Il sindaco si è dichiarato disponibile a esaminare soluzioni alternative, purché senza aggravio economico e nel rispetto dei progetti di costruzione che sono comunque irrispettosi delle sottostanti sepolture. L’intervento sul capannone 2 – riferisce in una nota il presidente dei rabbini italiani rav Alfonso Arbib – è peraltro solo una parte di un progetto che presenta varie criticità”.
“L’imminente grave profanazione – prosegue rav Arbib – costituisce non solo un’offesa alla tradizione religiosa ma a nostro parere è anche in contrasto con le leggi dello Stato sui vincoli cimiteriali e sulle specifiche leggi dello Stato sulle sepolture ebraiche. L’urgenza ci impone di sciogliere il riserbo che come rabbini abbiamo finora tenuto sull’argomento e a denunciare pubblicamente la situazione chiedendo l’immediata interruzione dei lavori e la revisione dei progetti nel rispetto della normativa religiosa”.
“Quello che ci troviamo ad affrontare – afferma il presidente dell’Ari – è un problema religioso e umano estremamente sensibile: il rispetto dei morti è alla base di qualunque società e tocca sentimenti profondi dell’animo umano. Il Comune di Mantova ha sicuramente fatto sforzi per tenere conto di questa sensibilità, chiediamo di fare un ulteriore sforzo e di evitare quella che a tutti gli effetti si configurerebbe come una profanazione”.
Noemi Di Segni, presidente UCEI, parla di Mantova Hub come di un “progetto ambizioso che ha tra i suoi obiettivi la valorizzazione della presenza di una gloriosa Comunità ebraica nel territorio mantovano, tra le più importanti d’Italia per storia, tradizione, studiosi e personaggi che l’hanno animata nel corso dei secoli”. Ma anche di sfida che, in ogni sua fase, “non potrà prescindere da alcuni punti fermi, a partire dall’osservanza, non negoziabile, delle prescrizioni ebraiche in materia di sepoltura e rispetto dei morti”.
“In Italia – aggiunge Di Segni – la legge sull’Intesa (101/89) riconosce rilevanza e la tutela dei siti religiosi. Conformemente a ciò, in ogni intervento che si vorrà attuare, gli enti e le istituzioni coinvolte sono chiamate a tenere conto sia della legislazione vigente che dell’impostazione normativa religiosa. Le norme ebraiche cui attenersi sono quelle indicate dal rabbinato italiano e nello specifico dall’Ari, che ha il ruolo di definire autorevolmente le questioni inerenti l’Halakhah, la Legge ebraica, in Italia. L’invito e l’appello è quindi a ricercare le soluzioni architettoniche e interventi compatibili, in un tavolo che veda riuniti Comune, UCEI, Ari, Comunità ebraica locale, Soprintendenza”.
Conclude la Presidente UCEI: “La valorizzazione dell’area cimiteriale come sito di interesse nazionale e mondiale e la sfida di far conoscere a un pubblico ancor più vasto Mantova, la sua antica Comunità ebraica e l’intensa tradizione cabalistica che da questa città si irradiò nel mondo intero, sono alla base del protocollo siglato ad aprile 2018 con l’amministrazione cittadina. Lo spazio per proseguire in questa direzione esiste, definendo azioni chiare a tutela di principi e valori irrinunciabili”.

(Nell’immagine un recente sopralluogo nell’area)

(26 settembre 2019)