“Terracini, linguista indimenticabile”
L’università lo ricorda con un’aula

“A poco più di cinquant’anni dalla scomparsa di Benvenuto Terracini e dall’istituzione nel maggio 1968 dell’Archivio delle Tradizioni e del Costume Ebraici Benvenuto e Alessandro Terracini da lui fortemente voluto e dedicato alla sua memoria, la decisione dell’Università di intitolare al suo nome l’aula della Scuola di Scienze Umanistiche viene a colmare un debito dell’ateneo e della stessa Città di Torino nei confronti di un insigne maestro conosciuto e apprezzato dalla comunità scientifica internazionale”. Queste le parole con cui Dario Disegni, presidente della Comunità ebraica torinese, ha voluto commentare l’intitolazione nelle scorse ore dell’aula a Terracini.
Con l’eccezionale sensibilità intellettuale che lo contraddistingueva e con una non comune lungimiranza, è stato ricordato nel corso della cerimonia, Terracini auspicava fin dall’inizio degli anni Sessanta la creazione di un polo culturale in seno alla Comunità, un luogo, fisico e istituzionale, appositamente dedicato a custodire le memorie documentarie dell’ebraismo piemontese.
Un riconoscimento fortemente voluto, tra gli altri, dal Direttore dell’Atlante Linguistico Italiano (ALI), Lorenzo Massobrio, che ha portato avanti con rigore il progetto dell’ALI, ideato e avviato nel 1924 da Matteo Bartoli (1873-1946) e Ugo Pellis (1882-1943) e poi ripreso con vigore nel dopoguerra da Terracini, una volta rientrato a Torino dall’Argentina in seguito alla persecuzioni razziali. Il progetto prevede la pubblicazione dell’opera in 18 volumi: si tratta di una raccolta sistematica di carte sulle quali sono riprodotte, per ogni località italiana, le corrispondenti traduzioni dialettali di un concetto, di una nozione o di una frase, raccolte e poi trascritte dalla viva voce dei parlanti. Si tratta di fatto della massima impresa dialettologica nazionale. Nel 1995 inizia così la pubblicazione dei Verbali delle inchieste linguistiche in grande formato; ad oggi si contano ben 9 volumi pubblicati, di cui l’ultimo nel 2018, a 50 anni dalla scomparsa del celebre linguista.
La decisione di intitolare la sala delle lauree è stata presa all’unanimità dai direttori dei dipartimenti di Filosofia e Scienze dell’Educazione, di Studi Umanistici e di Studi Storici. Ad aprire la cerimonia il Rettore Gianmaria Ajani, seguito dal direttore della Scuola di Scienze Umanistiche, il Professor Renato Grimaldi.
A ricordare il Terracini professore è uno dei suoi allievi di lunga fedeltà, così si definisce Gian Luigi Beccaria, storico della lingua italiana e condirettore dell’ALI. “La presenza scientifica di Terracini – spiega – ha avuto una continuità che ancora oggi perdura tra nipoti e pronipoti scientifici che lo considerano il capostipite della linguistica italiana. Indimenticabile uomo paterno e severo, cordiale e rigoroso, umile nel saper rendere eccezionali anche le parole più comuni, dotato di capacità socratica nello scovare qualcosa di nuovo anche nella modestia di noi giovani studenti, insegnandoci a mettere le briglie della linguistica in risposta al nostro scalpitare irrequieto”.
Il riconoscimento celebrato ieri è giusto per tanti motivi, conclude Lorenzo Massobrio: uno su tutti l’apporto che Terracini ha dato al progetto dell’Atlante. “Benvenuto è da considerarsi uno dei più grandi linguisti del secolo scorso e se oggi l’Atlante è diventato realtà pubblicata lo si deve al fatto che Terracini ne ha preso la direzione nel dopoguerra, assumendo questo ruolo con una caparbietà e testardaggine”.

Alice Fubini

(26 settembre 2019)