Un augurio per il nuovo anno

sermonetaL’anno che sta per iniziare sembra prometterci cose buone, almeno interpretando il suo valore numerico: ossia le lettere con cui si usa indicare l’anno T Sh P.
Esse, oltre ad essere la somma che compone 5780, sono anche l’iniziale di tre parole di buon auspicio; cioè “Tijé shenat pirion – Sia un anno produttivo”, inteso come la prima mitzvà che il Signore, nel momento in cui unì la prima coppia della storia dell’essere umano (Rosh ha shanà, celebra anche la comparsa del primo uomo sulla terra), impartì loro dicendogli: “Perù (stessa radice di pirion) urvù u milù et ha aretz – Crescete (siate produttivi), moltiplicatevi e riempite la Terra”.
Il popolo ebraico è definito da D-o stesso “i più piccoli fra i popoli della terra”. Il nostro augurio, nelle tefillot di questa giornata e di quella di Kippur, è che il Signore possa farci aumentare di numero e vivere fra di noi in pace e fratellanza.
Tachel shanà u vircoteha – Inizi l’anno con le sue benedizioni.

Rav Alberto Sermoneta, rabbino capo di Bologna

(27 settembre 2019)