La mobilitazione dopo i fatti di Halle
“Convivenza messa in pericolo,
azione forte e comune contro l’odio”
“Una giornata drammatica per gli ebrei di Germania, per il popolo tedesco, per tutti coloro che credono in un’Europa di pace, speranza, convivenza tra identità e religioni diverse”. Così la Presidente UCEI Noemi Di Segni ha ieri commentato, al termine dello Yom Kippur, i drammatici fatti di Halle in Germania. Parole in evidenza sui media (qui la segnalazione sul Corriere), dove forte è la voce UCEI e il richiamo a intervenire con forza per arginare questa minaccia. Un investimento che andrà fatto anche sul piano culturale, come ha ricordato in una intervista concessa stamane a Radio 24.
“I fatti di Halle, nella loro tragica dinamica – ha scritto Di Segni in un messaggio inviato in serata all’ambasciatore tedesco Viktor Elbling – ci riportano a un altro 9 ottobre, di 37 anni fa, quando ad essere colpito fu il Tempio Maggiore di Roma e a perdere la vita un bambino di appena due anni, Stefano Gaj Taché. Oggi era Yom Kippur, il solenne digiuno che costituisce il momento più sacro dell’anno ebraico. Allora era Shemini Atzeret, la conclusione di Sukkot, la Festa delle Capanne, un altro momento dalla forte valenza simbolica. Non abbiamo dimenticato e mai dimenticheremo”.
Parole cui lo stesso diplomatico ha risposto, ringraziando per la vicinanza e riconoscendo il “pericolo di violenza anche mortale” rappresentato oggi da estremisti neonazisti e antisemiti. “Faremo il possibile e il necessario – ha assicurato Elbling – per proteggere i nostri concittadini ebrei e combatteremo questo odio con tutti i mezzi che ha a disposizione la nostra società democratica”. Auspicio condiviso dalla Presidente Di Segni, che nel suo messaggio aveva richiamato l’importanza di “un autentico scatto di consapevolezza della vastità del pericolo estremista, in ogni sua forma e declinazione, e della necessità sempre più urgente di una sua efficace repressione per il bene di tutti, non solo della comunità o dell’istituzione specifica che viene colpita”. È una sfida, sottolineava, “che i nostri due Paesi devono essere in grado di affrontare insieme a tutti gli altri partner europei, consapevoli che da questo impegno passa la strada di un futuro senza odio, antisemitismo, razzismo in ogni sua forma”.
Vicinanza e partecipazione al dolore da parte dell’ebraismo italiano è stata espressa anche a Josef Schuster, presidente del Consiglio centrale ebraico in Germania: “In queste ore – ha scritto Di Segni a Schuster – piangiamo nuove vittime innocenti nello stesso giorno, 37 anni dopo, in cui ad essere colpito fu il Tempio Maggiore di Roma. Un episodio drammatico, sconvolgente, che ci lascia attoniti. La reazione a quanto accaduto questo pomeriggio dovrà essere forte. E non basterà assicurare il responsabile o i responsabili, se ve n’è più di uno, alla giustizia. È arrivato il momento che l’Europa intera, senza tentennamenti, agisca contro ogni pulsione estremista e destabilizzante. Contro chi predica odio, diffonde violenza e porta morte. Ne va del futuro dell’Europa stessa”. Gli ebrei italiani, aggiungeva, “come sempre sono pronti a fare la loro parte”. Ad esprimere solidarietà al mondo ebraico, in un messaggio inviato alla Presidente Di Segni, è stato poi il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Lorenzo Fioramonti.
Reazioni all’attentato di Halle si stanno intanto susseguendo in tutto il mondo. All’Europarlamento commemorazione con un minuto di silenzio voluto dal presidente David Sassoli. Mentre Angela Merkel, la cancelliera tedesca, durante una visita alla sinagoga di Oranienburg Strasse a Berlino ha dichiarato: “Dobbiamo opporci a qualsiasi forma di antisemitismo”
“L’attentato terroristico contro la Comunità ebraica a Halle nel giorno di Kippur, il giorno più santo per il nostro popolo, conferma che l’antisemitismo in Europa sta crescendo. Faccio appello alle autorità tedesche affinché continuino ad agire con determinazione” il richiamo del Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. “Non è stato colpito solo il popolo ebraico in Germania, è stata colpita tutta l’Europa. L’Italia è vicina al dolore dei familiari delle vittime e condanna quest’atroce gesto” ha scritto su Twitter il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio.
Molti gli interventi anche in ambito ebraico. “Serve un’azione compatta contro i neonazisti e altri gruppi estremisti che minacciano le nostre società. Il fatto che, 75 anni dopo la Shoah, tali gruppi stiano guadagnando influenza in Germania parla chiaro” l’allarme espresso dal presidente del World Jewish Congress Ronald Lauder. “Ancora sangue e morti per l’odio antisemita che in Europa rinasce nel luogo dove più ha portato morte, noi non abbiamo paura e continuiamo a vivere” il tweet della presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello.
(10 ottobre 2019)