Vangeli, documenti ebraici

Giorgio BerrutoÈ certamente vero che ogni documento è la somma di tutte le letture, le interpretazioni, le strumentalizzazioni, gli usi che ne sono stati e ne sono fatti. Ma è altrettanto vero che un documento è legato strettamente al contesto di tempo e di luogo in cui viene prodotto. Questo vale anche per i primi testi che chiamiamo cristiani, come i vangeli o le lettere di Paolo di Tarso, compilati secondo la maggioranza degli studiosi nell’ultimo terzo del secolo I, negli anni cruciali immediatamente successivi alla distruzione del tempio di Gerusalemme del 70. Credo che questi documenti racchiudano ancora significati che potrebbero essere scandagliati grazie a una lettura ebraica non timorosa di scoprire vicinanze. Leo Baeck (Il Vangelo. Un documento ebraico, Giuntina) e Jacob Taubes (La teologia politica di San Paolo, Adelphi) hanno posto in modi diversi le prime basi di questa opera, i cui sviluppi e le cui conseguenze sono forse oggi solo in parte immaginabili.

Giorgio Berruto