Erdogan minaccia (ancora)

rassegnaTregua solo sulla carta e nuove minacce di bombardamenti e vittime. Il presidente turco Erdogan si è posto l’obiettivo di estendere “la zona di sicurezza” a 440 chilometri, con conseguenze potenzialmente devastanti per la popolazione curda. “Quasi quattro volte tanto del patto raggiunto l’altro ieri con gli americani, che prevedeva 120 chilometri di lunghezza e 32 di profondità. Ma, si sa – si legge su Repubblica – in Medio Oriente le variabili possono essere discrezionali, e un Paese che desidera entrare in Europa gioca con le misure e con gli accordi a proprio piacimento”.
“Dalla Siria un domino di conflitti”. È la riflessione del direttore de La Stampa Maurizio Molinari, che firma un editoriale sul tema. Punto di partenza il passo indietro statunitense. “L’intenzione di Washington – scrive Molinari – è di favorire la formazione di un’alleanza politico-militare simile alla Nato fra Paesi del Golfo e Israele in funzione anti-Iran, ma è un processo ancora in divenire. Da qui lo scenario di possibili collisioni fra le potenze regionali impegnate a perseguire interessi divergenti, in evidente competizione nel tentativo di riempire il vuoto creato dal ritiro degli americani”.

Un po’ in disparte, ma anche i neofascisti sono scesi in piazza ieri a Roma. “Un legame discreto ma solido. D’acciaio, come la lama del pugnale disegnato sulla maglietta nera indossata da un militante di CasaPound. ‘Squadristi e combattenti con la fede nell’Italia’, recita il motto che non dispiace alla piazza sovranista. Al contrario. Più di qualcuno – racconta Repubblica – s’avvicina a Simone Di Stefano, leader delle tartarughe frecciate e chiede un selfie”.

Con l’approvazione dell’emendamento che porta il suo nome sir Oliver Letwin è (almeno in Inghilterra) il personaggio del giorno. C’è chi lo ama e chi lo odia. “Di sicuro – spiega Repubblica – non è uno stupido: nipote di ebrei fuggiti in America dall’Ucraina sovietica e di genitori poi emigrati da Chicago all’Inghilterra, entrambi docenti universitari, il padre alla London School of Economics, è uscito da Eton e Cambridge, l’università sorella di Oxford, dove ha ottenuto laurea e dottorato in filosofia, con una tesi intitolata ‘Emozione ed emozioni’. Ne ha create non poche con l’intervento di ieri”.

Va concludendosi l’anno di celebrazioni per il centenario della nascita di Primo Levi. La Lettura del Corriere, in vista anche di un nuovo omaggio alla Gam di Torino che esporrà le sculture metalliche dello scrittore, mette in evidenza i ricordi del cugino Luciano Segre (a partire da quelli relativi all’infanzia). Dice Segre: “Quando c’era, tutti noi guardavamo a lui. Suscitava la nostra ammirazione, e non soltanto per ragioni di età”.

Un festival a Napoli e un Meridiano Mondadori celebrano i 100 anni dalla nascita di un altro protagonista del ventesimo secolo: Gustaw Herling. Sottolinea il Corriere: “Nato cento anni fa, il 20 maggio 1919, e scomparso il 4 luglio del 2000, Herling aveva combattuto coraggiosamente per la causa della libertà nell’ora più buia dell’Europa”. Lo ricorda anche la figlia Marta: “Era un patriota polacco, ma estraneo al nazionalismo etnico. Anche per via delle sue origini ebraiche, insisteva sulla vocazione pluralista ed europea della Polonia: un richiamo che mi pare molto attuale”.

L’Espresso intervista Alain Finkielkraut. Diversi i temi toccati nel colloquio. “Quello che vedo – sostiene l’intellettuale francese – è che in tutta Europa siamo trattati come fascisti per un sì o per un no. L’Europa traumatizzata da Hitler crede di aver imparato la lezione aprendo le porte ai migranti. Ma oggi in Francia, in Svezia l’antisemitismo è un prodotto di importazione. L’antisemitismo nativo è residuo e non è questo che caccia un certo numero di ebrei da certe periferie francesi”.

Il Fatto Quotidiano ospita un intervento di Furio Colombo sull’inquietante chat studentesca denominata “Shoah party”, venuta alla luce negli scorsi giorni. Al riguardo Colombo osserva: “È cascame fascista, più o meno conscio, però imitato da fatti della vita italiana di adesso”.

Lo scrittore israeliano Eshkol Nevo parla con il Corriere Torino de L’ultima intervista, il suo nuovo libro che presenterà nei prossimi giorni al Circolo dei lettori. Afferma Nevo: “Le vicende narrate e i personaggi sono tutti presi dalla vita dell’autore; ogni riferimento a fatti realmente accaduti e a persone vive o morte non è in alcun modo casuale. Ciò detto, si tenga presente che l’autore è un cantastorie seriale”.

Edith Bruck, Testimone della Shoah e scrittrice, racconta al Corriere Roma il suo legame con il regista Nelo Risi (morto nel 2015). “Il mio amore per Nelo, il nostro amore, non può e non deve finire con la sua morte. Io so esattamente come mi avrebbe risposto ad ogni domanda. Lo sento continuamente accanto a me”.

La rubrica Roma segreta, sul Messaggero, è oggi dedicata ad alcuni aneddoti relativi all’antico Ghetto capitolino: “Una fontana vagabonda, che muta collocazione almeno quattro volte, e un nobile palazzo, che sposta il suo ingresso per non essere inglobato nel ghetto, sono tra i ‘segreti’ di quell’area ristretta vicino al Tevere”.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(20 ottobre 2019)