Primo Levi e i mesi alla Wander,
una porta aperta nell’indifferenza
Nel racconto Fosforo de Il sistema periodico Primo Levi parla della sua esperienza lavorativa a Milano presso la Wander, una azienda alimentare e farmaceutica svizzera che ha fatto parte del Gruppo Sandoz, ora Novartis, fino al 1996. Una porta che si aprì per lui in un periodo difficile, in piene Leggi razziste.
Levi era stato incaricato di ricercare un rimedio contro il diabete, efficace per via orale, una idea innovativa anche per l’epoca.Nel racconto lo scrittore descrive i colleghi, l’ambiente, la vita in azienda. È proprio durante l’esperienza alla Wander che Primo entra in contatto con ambienti antifascisti, prendendo poi dopo l’otto settembre la strada della Resistenza.
Un pezzo di vita di Levi che Novartis ha scelto di celebrare con la mostra fotografica “Primo Levi in Wender-Novartis”, inaugurata nella Terrazza Caffarelli in occasione del Festival della Diplomazia in corso a Roma, al termine dell’incontro “La diplomazia del Bene” che ha avuto tra i relatori Giorgio Bartolomucci, segretario generale del festival: l’ambasciatore Stefano Toscano, direttore del Geneva International Center for Humanitarian Demining; Emilio Barbarani, già ambasciatore, esponente dell’associazione Gariwo.
Suggestive le immagini proposte nell’occasione. Negli archivi Novartis è stato infatti ritrovato il Libro Matricola della Wander, dalle cui annotazioni si possono ritrovare le principali tappe dell’esperienza milanese di Primo Levi: l’assunzione (1 luglio 1942), l’entrata in clandestinità (si legge: “era assente dal 1943”), la ripresa in servizio dopo il ritorno alla fine del 1945 e le dimissioni per tornare a Torino (31 dicembre 1945).
Fatto significativo: nell’allestimento viene fatta notare “la correttezza dell’azienda, che lo aveva mantenuto e ripreso in servizio nonostante la situazione sicuramente confusa dell’epoca, così come nulla gli era stato tolto, dal punto di vista della retribuzione”.
(20 ottobre 2019)