Setirot – Strade di fanatismo
“(…) L’ebraismo, il cristianesimo e l’islam hanno tutti acquisito potere politico in una forma o nell’altra. In epoca biblica, Israele divenne un regno, che si divise presto in due. Il cristianesimo e l’islam divennero entrambi potenze imperiali. Alla fine, tuttavia, arriva un punto di crisi quando la religione affronta un enorme cambiamento, e all’interno della fede stessa si sviluppa un dibattito. Reagiamo al cambiamento con il cambiamento? Manteniamo le istituzioni come esse sono? Torniamo al messaggio iniziale della fede? Il dibattito in sé non è il problema; ma lo è la sua risoluzione. Avvezzi al potere, i capi religiosi si abituano a ottenere ciò che vogliono con la forza. Ora, tuttavia, c’è più di un gruppo che afferma di agire in nome della religione: la “stessa” religione. La forza risponde alla forza, e il risultato è l’equivalente religioso di una guerra civile, con tutta la durezza della guerra e tutta la passione intransigente della religione. È ciò che accadde all’ebraismo nel I secolo, al cristianesimo nel XVIII e all’islam oggi. Cioè quando la religione scopre che il potere ha regole diverse da quelle che si applicano alla vita dello spirito.” Rav Jonathan Sacks, Not in God’s name, Non nel nome di Dio, Giuntina editore.
È proprio così. Ma con i tempi che corrono non c’è il pericolo che – di certo con modalità meno virulente – anche gli altri due monoteismi percorrano strade di fanatismo?
Stefano Jesurum