La conferenza al Pitigliani
“Israele sconfiggerà il cancro”

“Un giorno i posteri parleranno del cancro come noi del mal di gola”. Sul volto dell’ambasciatore Dror Eydar si fa largo un sorriso carico di speranza. Ed è una convinzione che, sottolinea, poggia su solide basi. Come l’avanzato sistema scientifico-sanitario israeliano, da sempre all’avanguardia. Un sistema d’eccellenza che ha nel professor Yuval Shaked, direttore dell’Integrated Research Cancer Center della Rappaport School of Medicine del Technion e presidente mondiale della International Cancer Microenvironment Society, uno degli esponenti di punta.
Ne ha avuto una conferma il pubblico accorso al Centro Pitigliani di Roma, dove il professore è stato l’ospite d’onore di una serata dedicata alla lotta al cancro, attraverso nuovi approcci e nuove metodologie che proprio al Technion e sotto la sua guida esperta si stanno affinando. L’ultima di una serie di conferenze che l’hanno portato, nelle ore precedenti, a confrontarsi su questi temi con gli studenti di Sapienza e Tor Vergata.
“I nostri risultati non suggeriscono che i trattamenti utilizzati comunemente contro il cancro non siano efficienti o che portino a peggiori conseguenze. Suggeriscono soltanto che questi trattamenti generano attività controproducenti e pro-tumogeneriche che a loro volta possono indurre all’aggressività del cancro” ha affermato il professor Shaked, ospite della Italian Technion Society. “Individuare e bloccare questi effetti-collaterali silenti – ha poi aggiunto – potrà aumentare l’efficacia delle terapie e suggerirà un nuovo approccio alla medicina di precisione in oncologia”. Un impegno, quello nella lotta al cancro, che si intreccia con la visione del Technion. “Un’università – ha ricordato il professore – che è per la ricerca scientifica e tecnologica, dedicata alla creazione della conoscenza e allo sviluppo del capitale umano e di leadership, per l’avanzamento dello Stato di Israele e di tutta l’umanità”.
Quattro gli obiettivi di fondo, ha annunciato Shaked: permettere il cambio dei paradigmi nella diagnosi e nella terapia del cancro; fare da ponte tra le facoltà biomediche e di ingegneria; rendere possibili interazioni tra laboratori e ospedali grazie a collaborazioni con le cliniche; stabilire una pratica medica personalizzata nel Nord di Israele. “Un progetto ambizioso, che per fortuna condivido con altri colleghi. Siamo un team affiatato, con una visione”.

(27 ottobre 2019)