Proteste di piazza in Iran “Il nostro nemico è il regime”
Tornano le proteste di piazza a Teheran, a distanza di due mesi dalle mobilitazioni contro il caro benzina. Questa volta a scatenare la rabbia, soprattutto dei giovani, l’abbattimento del volo ucraino con 176 persone e “la disastrosa gestione della tragedia aerea, più trasparenza e democrazia”, riporta Repubblica. La Stampa spiega che le manifestazioni hanno toccato diverse città ma a Teheran c’è stata la mobilitazione più consistente con slogan che fanno paura al regime: “morte al dittatore”, “chiedete scusa e dimettevi”, “il nemico non è l’America, è fra noi”, e ancora “via il capo delle forze armate”, un altro modo per dire via la guida suprema Ali Khamenei. In una settimana, la riflessione del Corriere, il regime di Teheran ha perso il sostegno delle piazze, dopo i grandi cortei per Soleimani; un dato che evidenzia il malcontento nel paese. Significative anche le immagini che arrivano dall’università Shahid Beheshti, tra le più prestigiose di Teheran: qui gli studenti si sono rifiutati di calpestare le bandiere americane e israeliane, disegnate a terra dal regime in diversi parti dell’Ira in segno di sfida verso due paesi che considera nemici. “Non vogliamo calpestare bandiere perché non vogliamo nemici, non vogliamo la guerra, vogliamo un governo responsabile”, la testimonianza a Repubblica di uno studente. A proposito di Iran, sul Foglio il direttore Claudio Cerasa sottolinea: “L’Iran è una dittatura pericolosa per sua natura. E prima lo capiranno le anime belle non solo del progressismo e meglio sarà non solo per il medio oriente ma per tutto il mondo”.
Viaggio della Memoria. È in corso in queste ore il Viaggio della Memoria che il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca organizza in collaborazione con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane in vista del Giorno della Memoria. Ieri in serata, nella Sinagoga Tempel di Cracovia, è stata firmata la Carta d’Intenti tra il Miur, l’Ucei, il Csm e l’Unar per promuovere attività di sensibilizzazione e studio tra gli studenti di ogni ordine e grado ed il contrasto ad ogni forma di discriminazione (Giorno Milano). “Questo viaggio a ritroso nel tempo è faticoso da un punto di vista psicologico ed emotivo ma è necessario per crescere, per essere persone capaci di difendere i valori e la dignità degli esseri umani”, ha commentato Noemi Di Segni, presidente dell’Ucei. Ad accompagnare i ragazzi anche il nuovo ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina (su Repubblica, la polemica riguardo a un suo presunto plagio di un elaborato).
Laboratorio contro il razzismo. All’Università di Firenze nasce un laboratorio permanente contro ogni forma di razzismo e discriminazione che, annuncia la sua coordinatrice Micaela Frulli, sarà “dedicato a Liliana Segre, alle sorelle Andra e Tatiana Bucci e a Vera Vigevani Jarach, infaticabili e preziose testimoni di impegno civile”. Il laboratorio, nato in collaborazione con Ugo Caffaz, consigliere per le politiche della Memoria della Regione Toscana, vuole essere “uno spazio permanente dove studenti e prof potranno confrontarsi ogni giorno e costruire percorsi per combattere l’intolleranza”, spiega Repubblica Firenze. A proposito di intolleranze, su La Verità accuse alla sinistra di non vedere l’antisemitismo presente nel proprio campo.
Memoria in città. Per il sesto anno Torino accoglie le pietre d’inciampo dell’artista tedesco Gunter Demnig. Domani ne saranno installate altre sei, dedicate ad altrettante vittime della deportazione nazista e fascista (Repubblica Torino). Oggi la presentazione a Palazzo Marino delle Pietre d’inciampo che saranno posate a Milano quest’anno. Tra le iniziative per la Memoria nel capoluogo lombardo, il Corriere segnala la lettura a teatro delle lettere dal Lager del pittore Aldo Carpi da parte della nipote Martina Carpi (20-21 gennaio al Teatro Parenti).
Craxi. Diverse iniziative, tra cui un film, ricordano a 20 anni dalla morte l’ex Presidente del Consiglio Bettino Craxi. Su Repubblica Guido Crainz, tra le altre cose, ricorda la “crisi di Sigonella”. “Dopo il forzato approdo in quella base del commando palestinese che aveva sequestrato la Achille Lauro e assassinato un ebreo americano anziano e disabile: si apprezzi – scrive Crainz parlando di Craxi – la rivendicata sovranità italiana ma non si dimentichi il discutibile salvacondotto concesso al “mediatore” ma in realtà regista dell’operazione, Abu Abbas”.
Segnalibro. Sul Fatto Quotidiano Furio Colombo presenta il volume di Francesco Bello Bruno Zevi. Intellettuale di confine (Viella) dedicato al grande architetto. “Il libro – scrive Colombo – è la narrazione delle vicende italiane ed europee che hanno portato Zevi, ebreo, ad abbandonare l’Italia e l’Europa. Ma proprio queste vicende, comuni a tanti esuli del disastrato mondo fascista, segnano il modo unico in cui Bruno Zevi ha vissuto il distacco forzato”.
Israele, le dichiarazioni del ministro. Corriere riporta la decisione “dei presidi in molti licei israeliani” di dedicare la prima ora di lezione a scuola “a discutere le dichiarazioni del rabbino Rafi Peretz, ministro dell’Educazione”, al quotidiano Yedioth Ahronoth denunciate come omofobe dal sindaco di Tel Aviv Ron Huldai e criticate anche da un collega di Peretz, Amir Ohana, ministro della Giustizia e primo tra i ministri nella storia di Israele a dichiararsi gay.
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked