Oltremare – Vegani a Londra

daniela fubiniQualche mese fa ho visto un articoletto che riportava una decisione del rabbinato centrale israeliano che dichiarava che ebrei osservanti della kasherut che si trovassero fuori Israele possono mangiare in ristoranti vegani. Nero su bianco. È il 2019 e nella stragrande maggioranza delle città del mondo non esiste un ristorante kasher, e quindi ben venga la decisione rabbinica, che riflette una realtà in sviluppo velocissimo nell’ultimo decennio: prima di allora a nessun rabbino, certo non nel cuore del rabbinato mondiale, sarebbe venuto in mente di esprimersi sul tema, semplicemente perché dieci anni fa i ristoranti vegani erano così pochi da non avere alcuna rilevanza nella vita già abbastanza complessa dei viaggiatori kasher.
Vivendo in Israele, dove la kasherut non è davvero un problema trovarla, quell’articoletto mi è passato di mente, finché non mi sono ritrovata a passare qualche giorno a Londra, e mi sono accorta che come nel film “Love, actually” tutti cantano ossessivamente “Love is all around you”, nella realtà oggi “vegan is all around you”. In ogni caffè, ristorante, perfino nei pub dove si beve veganissima birra, i menù presentano opzioni vegane e spesso hanno una pagina con solo piatti vegani. E naturalmente, i ristoranti completamente vegani sono molti e facili da trovare, compresi quelli che si sperticano in artistiche imitazioni di cibi che normalmente conterrebbero latticini o carne e derivati, separati o (orrore!) mischiati. Il rabbinato israeliano sarà quindi felice di sapere che la sottoscritta ha pasteggiato in un ristorante vegano a mac&cheese con finto bacon seguito da cheesburger, il tutto in mezzo a Camden Market, alzando una birra (con poca schiuma e tiepida, ma che ci vuoi fare, sono inglesi) alla sua salute. Ora qualcuno potrebbe obiettare che sul sapore che dovrebbe avere il mac&cheese mi si abbindola facilmente, visto che non ho nessuna idea di quale sia il sapore del bacon: vero, ma tutti gli altri avventori, turisti e londinesi, sembravano apprezzare quanto me, e loro immagino ne sappiano di più in materia.

Daniela Fubini