Eutanasia, il no delle religioni:
“Atto contro il valore della vita”
“Ci opponiamo ad ogni forma di eutanasia, che è un atto diretto deliberato e intenzionale di prendere la vita, cosi come al suicidio medicalmente assistito che è un diretto, deliberato ed intenzionale supporto al suicidarsi, in quanto sono atti completamente in contraddizione con il valore della vita umana e perciò di conseguenza sono azioni sbagliate dal punto di vista sia morale sia religioso e dovrebbero essere vietate senza eccezioni”. È quanto si legge nella “Dichiarazione congiunta delle religioni monoteiste abramitiche sulle problematiche legate al fine-vita”. Il documento, presentato ieri a papa Bergoglio, nasce da una proposta di rav Avraham Steinberg, copresidente del Consiglio nazionale di bioetica israeliano e autorità mondiale nel campo della relazione tra Halakhah e medicina. Sua l’idea di redigere un documento congiunto, dedicato ai principi generali, poi sottoscritto da musulmani e cristiani. Un’idea subito accolta con favore dal papa argentino, sottolinea il rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma, ieri presente alla cerimonia. Il documento inizia con un preambolo: “Le tematiche inerenti le decisioni sul fine-vita presentano non facili problematiche, non nuove ma molto intense, soprattutto negli ultimi anni, a causa dei molteplici sviluppi che abbiamo di fronte”. Nel corso della conferenza stampa tenutasi in Vaticano il rav Steinberg ha usato la simbolica espressione “Uccidere la sofferenza, non chi soffre”. Per poi aggiungere, anche a nome del comitato interreligioso che ha lavorato al testo: “Chiediamo di educare ed investire di più sulla ricerca delle cure palliative, per vivere senza sofferenza piuttosto che investire sulla filosofia di uccidere, come accade in alcuni Paesi occidentali”.
(29 ottobre 2019)